Cronaca locale

Selfie e felpa gialla È già bagno di folla al mercato per Parisi

Tour fra la gente al mercato di Lagosta Salvini: «Se vinciamo smetto di fumare»

Chiara Campo«Se vinciamo a Milano, smetto di fumare». Matteo Salvini si è lanciato in una promessa elettorale dura da mantenere. Se Stefano Parisi entrerà da sindaco a Palazzo Marino, il leader della Lega avrà gli occhi puntati addosso. Scherzi a parte, candidato del centrodestra e capolista del Carroccio hanno fatto il primo bagno di folla insieme, ieri al mercato di piazzale Lagosta. Appuntamento alle 12 al gazebo di fianco all'edicola, e rimangono «incastrati per quasi un'ora sul posto dai supporter tra strette di mano, selfie, consigli sul programma («questa giunta ha speso più soldi per rom e profughi che per i disabili milanesi, andare a gestire il Welfare come si deve» si sfoga un cittadino, un altro chiede «bigliettai sui bus»). Alla fine Salvini deve scappare e solo Parisi prosegue il tour tra bancarelle del pesce e della frutta. Il manager regala al leghista una felpa gialla (colore della campagna) con la scritta «Stefano Parisi» che prontamente indossa («anche se è un pò fasciante» scherza sulla taglia).«Mentre la sinistra si maciulla e i conti di Expo non sono ancora usciti, qui il centrodestra ha già la squadra, le proposte e un candidato che vincerà, guardiamo avanti e non al passato - frecciata agli alleati che a Roma confermano Bertolaso -. Abbiamo già le idee chiare su cosa fare nei primi 100 giorni per restituire sicurezza alla città senza chiedere soldi a Roma» attacca Salvini. Anche se Parisi è romano e ci gioca con una militante del sud («signora, anch'io sono terrone»). Stop agli abusivi (anche) nel commercio è il tema del tour nei mercati: piazzale Lagosta è il primo della serie. «Milano è molto degradata rispetto a 15 anni fa - sostiene Parisi, allora city manager di Albertini - è meno sicura, c'è una malessere diffuso generato da una giunta che ha parlato alle élite e non al popolo, a cui noi ci rivolgiamo». Salvini, Parisi e i politici lumbard (presenti tra gli altri, Davide Boni, Stefano Bolognini, Samuele Piscina, Vincenzo Sofo, Luca Lepore, Massimiliano Bastoni e per Fi Filippo Jarach) distribuiscono i volantini della kermesse «Io corro per Milano» con cui Parisi lancerà sabato alle 10.30 al teatro Dal Verme la sua campagna. «Ne metta una ventina nella cassetta dei suoi vicini che votano Pd» il consiglio di Salvini alle sciure. Lo stesso giorno, anche Beppe Sala lancerà la campagna dal teatro Strehler. Ancora nessun faccia a faccia con lo sfidante del Pd? «Quando lui potrà, adesso è impegnato a confrontarsi con i suoi, deve risolvere problemi interni alla coalizione» ironizza Parisi. «Dispiaciuto» invece per il possibile ritiro della candidata 5 Stelle Patrizia Bedori («è brava, sta lavorando bene»), a Salvini invece non importa che possa spuntare un grillino più temibile alle urne: «Noi non temiamo nessuno, siamo troppo forti». Anche il leader di Fi Silvio Berlusconi ieri ha ribadito che Parisi «è un uomo del fare, una persona con grandissima capacità operativa che i problemi di Milano li ha già conosciuti e ha un programma che ci ha lasciati a bocca aperta». Per questioni di tempo Parisi non è riuscito a raggiungere al gazebo davanti all'ex Marchiondi, zona Baggio, la coordinatrice regionale Fi Mariastella Gelmini, che ha raccolto le proteste dei residenti con i «colonnelli» azzurri Fabio Altitonante, Pietro Tatarella, Licia Ronzulli, Marco Bestetti. «La giunta Pisapia - nota la Gelmini, capolista di Fi - forse si è occupata del centro ma ha trascurato quartieri come Baggio, Lorenteggio, Giambellino.

Fi riparte dalle periferie, dalla sicurezza, dal tema del degrado e dal sostegno ai commercianti tartassati».

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