Cronaca locale

«Serve un nuovo logo per Milano»

«Serve un nuovo logo per Milano»

Se si pensa a Parigi, viene subito in mente la Torre Eiffel; New York è la Grande Mela; Londra ha il suo Big Ben e Roma il Colosseo. Negli anni, però, nessuno è riuscito a presentare la capitale del lusso italiano, Milano, con un marchio che ne cogliesse l'identità. Al convegno della fondazione Altagamma, in programma ieri a Palazzo Mezzanotte, si è parlato anche di questo, e di quando, negli anni della Milano da bere, questo stesso slogan veniva venduto insieme a una stilizzazione del duomo, ma sulle magliette thailandesi. Per l'osservatorio fondato da Andrea Illy, che riunisce tutto il comparto dell'alto di gamma, la parola d'ordine è dunque rebranding. Rilanciare l'identità e l'immagine del centro della creatività nazionale, settore che assorbe i due terzi dell'industria tricolore, sotto l'ottica della glocalizzazione, è il compito che i principali attori del «Made in Italy» hanno assunto. Insieme all'azienda sviluppatrice d'identità, FutureBrand, la fondazione Altagamma, la Camera della moda, il Salone del mobile, l'associazione Globus et locus, entro il prossimo 5 dicembre, saranno presentate al sindaco Pisapia le migliori proposte per il marchio Milano. Da quel momento i progetti saranno sottoposti alla cittadinanza, che potrà esprimere la propria preferenza. L'impegno di Altagamma va oltre il rebranding. La capacità di fare sistema e di comunicarlo in modo efficace, è la criticità più forte individuata dalle realtà di alta gamma. In tale contesto, l'impegno di Illy è quello di valorizzare la bellezza e la cultura italiane, sviluppando gli «Italian Style Itineraries». Se l'Italia è il salotto dell'ingegno e della creatività europee, Milano deve esserne la vetrina: un distretto dello shopping che organizzi ospitalità, trasporti e aree pedonali per i negozi tra via del Senato e corso Vittorio Emanuele rappresenterebbero un potenziale economico enorme. L'eccellenza del lusso è rappresentata dal Salone del mobile. Il Cosmit, presieduto da Claudio Luti, auspica una comunicazione più efficace e un fuorisalone coordinato. La Camera della moda, con il presidente Mario Boselli, ha compreso che invertire la tendenza è importante: le maison principali partecipano con 250mila euro a testa, invece dei 26mila versati finora. E nel decalogo «Enjoy Milano», il settore della moda milanese fa alcune proposte importanti: migliorare i collegamenti con Malpensa, affinare l'ospitalità facendo di Milano una città che parli inglese e che non effettui maggiorazioni ingiustificate dei prezzi durante le settimane della moda e gli eventi collegati.

Segnali di vitalità per un comparto che non sente crisi.

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