Cronaca locale

Sesto chiede due pattuglie di soldati

Militari e polizia a Rondò e nel luogo in cui è stato ucciso Amri, il killer di Berlino

Alberto Giannoni

Prima i cittadini, subito la sicurezza. Il neo sindaco Roberto Di Stefano parte in quarta sulla priorità di Sesto San Giovanni. Lo fa individuando l'interlocutore istituzionale, la prefettura, e l'obiettivo da perseguire, pattuglie miste.

Smaltito l'entusiasmo legittimo dei giorni della festa post-elezioni, il centrodestra prende in mano i problemi di Sesto San Giovanni. E in cima alle priorità ci sono le condizioni di sicurezza della città: da candidato, Di Stefano lo ha ripetuto nel corso di tutta la campagna elettorale e oggi lo ripete da sindaco, reduce da una vittoria strepitosa nella ex roccaforte rossa caduta anche sui temi della sicurezza.

Nei giorni scorsi, Sesto ha vissuto gli strascichi di una situazione di microcriminalità che è inquietante: «spaccate» e rapine. Di Stefano ieri ha incontrato il prefetto, Luciana Lamorgese, per discutere di questa emergenza e delle altre questioni sul tavolo. Il sindaco vorrebbe un rafforzamento delle forze dell'ordine schierate a Sesto. E avrebbe chiesto al prefetto due pattuglie miste, che sarebbero collocate da un lato a Sesto Rondò, fermata della metropolitana rossa, dall'altro davanti alla stazione ferroviaria, nel luogo in cui a dicembre è stato ucciso Anis Amri, il killer di Berlino ricercato dalle forze anti terrorismo di mezza Europa che concluse la sua fuga a Sesto, durante un controllo di polizia che finì con uno scontro a fuoco con due normali agenti della polizia di Stato. Il luogo della morte di Amri vive i problemi tipici delle stazioni ferroviarie, e in più c'è il timore che possa assumere un valore simbolico. In ogni caso, la prefettura nei prossimi giorni dovrebbe rispondere al Comune sulla richiesta delle due camionette e sulle forse (uomini e mezzi) necessari a prevedere questo presidio.

Quanto agli altri temi, su richiedenti asilo e migranti il Comune ha già detto «sì» con l'ormai ex sindaco, Monica Chittò, che ha firmato il protocollo per l'accoglienza diffusa voluta dalla prefettura. Impossibile tornare indietro, peraltro i richiedenti asilo sono già arrivati, per cui la nuova amministrazione potrà solo governare questa vicenda.

Infine la moschea: Di Stefano ha deciso di chiedere agli imam locali i bilanci del centro islamico di Sesto, per fare definitivamente chiarezza su finanziamenti e rapporti internazionali dell'associazione musulmana sestese.

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