Cronaca locale

Sgomberato il Lambretta ma il Comune si indigna

Gli agenti liberano le villette, ora saranno vendute per finanziare l'edilizia sociale Per Limonta, braccio destro del sindaco, Regione e Aler sono più illegali degli abusivi

Sgomberato il Lambretta ma il Comune si indigna

Nonostante le calde lacrime versate dalla sinistra «di lotta e di governo» di fronte a un possibile sgombero, ieri mattina la polizia è intervenuta nelle nove villette occupate dal centro sociale Lambretta in piazza Ferravilla. Operazione indolore, se si eccettua i soliti irriducibili sul tetto (scesi intorno alle 20), un po di cortei e presidi conditi da terribili minacce, fumogeni e bengala. Questa potrebbe essere la volta buona, perché gli spazi erano già stati sgomberati nel 2012, ma subito ripresi dagli antagonisti, riempiendo di gioia Pisapia e il suo braccia destro Paolo Limonta, che ieri non ha fatto mancare la sua condanna, ma per l'Aler e Regione.

La storia del Lambretta si trascina dalla primavera 2011 quando un gruppo di giovani di area autonoma, gli stessi dello Zam, sgomberato giusto un mese fa, occuparono alcune palazzine liberty, sfitte da una decine di anni, di proprietà dell'Aler e destinate alla vendita. Ogni occupazione, si sa, allarga il cuore alla sinistra nostrana, così appena si parlò di sgombero intervenne Limonta, longa manus del sindaco. Il 15 ottobre 2012 scongiurò in ginocchio, praticamente con le lacrime agli occhi, il questore di non farlo. Non fu ascoltato e il 24 venne effettuato lo sfratto, subito stigmatizzato dal primo cittadino: «Non è stato autorizzato dal Comune, ma dall'Aler, con una motivazione che non convince». Forti di questa sponda, gli autonomi appena un mese dopo e rioccuparono gli edifici. Ieri all'alba il nuovo, pacifico intervento. Sei irriducibili sono però saliti sul tetto e, travestiti da guerriglieri con i passamontagna sul volto, hanno lanciato slogan truculenti e annunciato resistenza a oltranza. Nel contempo, sgomberate altre costruzioni a fianco, occupate da studenti fuori sede, due famiglie peruviane e tre rom, allontanatesi senza chiede aiuto al Comune. Mentre personale Aler, A2A e Mm, provvedeva a mettere in sicurezza gli edifici, murando gli ingressi, è iniziata la solita tiritera dei presidi e dei cortei. Verso le 15 una quarantina di ragazzi hanno schiamazzato dentro la sede dell'Aler di via Costa, «bombardata» di bengala e fumogeni. Copione replicato in serata. Nel pomeriggio il ringraziamento di Aler che ricorda come ci sia un piano «che prevede la valorizzazione attraverso la vendita che consentirebbe di mantenere la natura originaria delle villette e reinvestire fondi nell'edilizia sociale».

In attesa di un commento dell'ancor silente Pisapia, interviene il fido Limonta: «Considero eticamente molto più illegale (delle occupazioni, ndr) e condannabile un ente che lascia abbandonati i suoi spazi e i cui rappresentanti non si vergognano del loro operato».

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