Cronaca locale

Dalla Shoah a Pinelli: la caccia ai Pokemon passa sopra ai morti

Mania in città per i piccoli mostri introvabili. Persino davanti alle lapidi e ai memoriali

Dalla Shoah a Pinelli: la caccia ai Pokemon passa sopra ai morti

Chissà cosa direbbero Indro Montanelli, Sergio Ramelli, Giuseppe Pinelli e gli ebrei deportati se sapessero che le loro targhe, i loro giardini e memoriali sono diventati la tana dei pokemon. Tutta Milano ormai è la nuova casa di Pikachu, quella specie di topo giallo capace di lanciare saette come Giove. Forse la popolarità di Zeus ormai non sfiora nemmeno quella del simpatico mostriciattolo, ma in fondo il mondo è cambiato e con esso i sui eroi. Su quel ramo del lago di Como Manzoni troverebbe Squirtle, pokemon di tipo acqua che somiglia ad una tartaruga. E Leonardo Da Vinci sarebbe sorpreso nel vedere Snorlax tra gli invitati alla sua «Ultima cena». Ma tant'è.

Pokemon Go è entrato nella classifica delle applicazioni per smartphone più scaricate al mondo. Milioni di utenti iscritti a questo videogioco ispirato al famoso cartone animato andato in onda all'inizio degli anni Duemila. L'App sviluppata dalla Nintendo sfrutta la realtà aumentata (geolocalizzazione e fotocamera) per catturare i pokémon con il cellulare. In parole povere, l'utente vede gli animaletti sullo schermo come se esistessero davvero: li trova per strada e sulle scrivanie dell'ufficio in una continua interazione tra realtà e tecnologia.

In questo modo anche gli edifici storici e i monumenti prendono vita, trasformandosi in «pokestop» (dove ottenere strumenti per il gioco) e palestre virtuali per allenare il proprio «esercito». Una di queste è in piazza Affari, dove gli squali della finanza sanno bene che la Nintendo in pochi giorni ha ottenuto un +120% in Borsa. Pokemon Go è al tempo stesso una macchina da soldi e una mania. Tanto che ieri sera in piazza Città di Lombardia si è svolto il primo raduno di appassionati valido per il World Championship 2106, una competizione mondiale che si svolgerà a San Francisco.

Ma come si riconosce un giocatore di Pokemon Go? Semplice: sguardo basso sullo smartphone e occhi attenti a scovare «animaletti». E siccome spesso sono a terra, è difficile godere della bellezza della Mela di Pistoletto mentre si cerca Charmender in stazione Centrale. Lo stesso vale per Porta Venezia, via Montenapoleone e corso Vittorio Emanuele. L'invasione di mostri non risparmia nemmeno i luoghi simbolo della città: da piazza Fontana al Binario 21, passando per il memoriale ai partigiani alla loggia dei Mercanti e via dicendo. Anche il murale in ricordo di Sergio Ramelli è diventato un «pokestop». Suscitando alcune polemiche.

In questo modo Pokemon Go sposta l'attenzione dalla vita reale al mondo virtuale. In molti si chiedono se non farà altro che ridurre l'attenzione per le bellezze di Milano, oppure se può diventare un'opportunità per conoscere alcuni luoghi nascosti della città. Una seconda App, infatti, permette di conoscere in anticipo dove si nascondono gli animaletti così da poterli raggiungere. Gli utenti si riversano in massa lì dove il cellulare li guida. «Dragonair è sui navigli? Andiamo», urlano alcuni ragazzi di fronte a me prima di inseguire quel maledetto pokemon raro che cercano da giorni.

Correndo pure il rischio di cadere in acqua.

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