Cronaca locale

"Il sindaco fa lo statista, ma ha dimenticato il piano per le periferie"

Giovane ucciso con un cacciavite per strada Il centrodestra chiede misure di sicurezza

"Il sindaco fa lo statista, ma ha dimenticato il piano per le periferie"

C'è la rabbia per una giovane vita spezzata per futili motivi. Roberto Farok Samir Halim, 18 anni, di origini egiziane, è stato colpito con furia omicida da un 52enne marocchino per una banale lite. Ma montano le polemiche anche perchè l'uomo era noto alle forze dell'ordine, aveva già una sfilza di precedenti, e la zona tra via Inganni e il Giambellino è da sempre un Bronx dove spesso basta poco a far scattare la violenza. Tante promesse, ma la svolta sembra non arrivare mai. L'assessore alla Sicurezza del Comune, Carmela Rozza, ieri ha ringraziato le forze dell'ordine «per l'intervento che ha permesso di fermare un assassino e di assicurarlo alla giustizia» ed espresso la sua vicinanza «alla famiglia del ragazzo ucciso. Sicuramente il Giambellino è uno dei quartieri difficili di questa città, tanto è vero che a settembre partirà anche lì il servizio dei vigili di quartiere» che viene rilanciato da oggi nelle prime nove aree della città, sarà presente anche il sindaco Beppe Sala questa mattina alle 10 in piazza Selinunte, zona San Siro, per la partenza delle prime pattuglie a piedi o in bici. «Invito tutti però - aggiunge la Rozza - a evitare speculazioni politiche che possono alimentare tensioni inutili, magari basate su notizie non confermate. Le persone presenti ai fatti della scorsa notte si sono ribellate al gesto insensato dell'assassino e non contro le forze dell'ordine». Su quache sito in mattinata era circolata la notizia che un gruppo di extracomunitari avesse cercato di bloccare l'arresto, poi smentita dalla Questura. Ma non è bastato questo a smorzare le polemiche.

«L'omicidio di un giovane egiziano da parte di un pregiudicato marocchino rilancia purtroppo il gravissimo problema di delinquenza e insicurezza nelle periferie milanesi - incalza la consigliera di Fi Silvia Sardone -. La zona di piazza Tirana è nota per problemi di degrado, senza che il Comune sia mai intervenuto per riqualificarla o per attuare un piano di sicurezza. Il sindaco, oltre ai suoi guai giudiziari, si occupa più di temi nazionali, dando consigli sulla politica romana e al Pd in difficoltà, invece di concentrarsi seriamente sul Piano periferie». I problemi in piazza Tirana e dintorni «non sono una novità - sottolinea anche il capogruppo della Lista Parisi, Manfredi Palmeri -, la giunta Sala tenne la prima seduta nel 2016 proprio in quella zona ma la situazione è persino peggiorata, con spaccio di droga, risse, mercatini di merce di dubbia provenienza, degrado, occupazione del parchetto, discariche abusive e insediamenti vicino alla stazione di San Cristoforo».

Denuncia «l'abbandono delle periferie» anche il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi che chiede «più concretezza nel presidio della città» e domanda «dove sono i militari promessi da Renzi e Gentiloni e il piano flop del sindaco sulle periferie?». E l'insicurezza «non si risolve certo mandando stagisti arabi con i vigili di quartiere», progetto che il Comune lancerà da ottobre. Alle proteste si unisce il consigliere azzurro Fabrizio De Pasquale. Sottolinea come «anche l'efferato omicidio del Giambellino certifichi che la rinascita delle periferie promessa da Sala è lontanissima.

Non hanno soltanto bisogno di stanziamenti promessi, ma soprattutto di legalità e di animazione».

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