Cronaca locale

Sindaco, non solo Sala. Dagli assessori ai prof scatta già il toto nomi

Il nodo dei tecnici e il ruolo delle primarie E magari Resta-Vago sarà derby tra rettori

Sindaco, non solo Sala. Dagli assessori ai prof scatta già il toto nomi

La ricandidatura «è la via maestra», fare il sindaco di Milano è «la cosa che mi piace di più e su cui sono più tagliato, ma voglio rifletterci. Se mi ricandidassi lo farei avendo come direzione forte quella della equità sociale». Ribadisce il concetto il sindaco Beppe Sala della sua ricandidatura annunciata ieri urbi et orbi dal palco del Franco Parenti a Linkiesta festival. Non solo, il primo cittadino si è spinto oltre parlando di quella che vorrebbe avere al suo fianco come squadra di governo per l'eventuale secondo mandato - «persone nuove, più giovani, capaci di portare delle idee affiancate da persone più esperte» a margine dell'iniziativa Elle Active. Un lavoro, quello di recruiting che il primo cittadino ha già intrapreso e che potrebbe rivelarsi utile anche per una discesa in campo nazionale.

Intervistato da Corrado Formigli che gli ha chiesto se sarebbe tagliato per un ruolo nella politica nazionale Sala ha risposto: «Bisogna capire se potrei funzionare in termini di consenso, il mio modo di presentarmi oggettivamente a Milano funziona. Una cosa la dico con precisione - ha aggiunto - io non ho la necessità di essere leader di qualcosa, sarei contento di fare parte di uno schieramento di forze politiche che aiuta a cambiare questo Paese». L'Italia, e anche Milano, conclude Sala, «in questo momento hanno bisogno di una rivoluzione. Da sindaco di Milano conto più di tanti ministri che magari lo fanno per un anno».

In caso di un cambio di rotta dell'ultimo momento, chi potrebbe essere in grado di tenere insieme le diverse anime della sinistra? Tra i nomi in pole position quello di Roberto Tasca, assessore al Bilancio di Palazzo Marino. Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari a Bologna e titolare dello Studio Tasca, società specializzata in operazioni straordinarie, sicuramente è un tecnico preparato, ma forse carente per carisma personale. Più conosciuto e amato dai milanesi il giovane Pierfrancesco Maran, che ha fatto la sua gavetta nei consigli di zona per poi approdare in consiglio comunale. Alle elezioni del 2011 è stato il secondo candidato più votato del Pd, successo di voti confermato nel 2016 quando assume la guida di un assessorato delicato e pesante come quello all'Urbanistica. Nella capitale morale d'Italia ha certamente guadagnato «molti punti» nel giugno 2018 quando viene pubblicata un'intercettazione in cui alcuni indagati per corruzione raccontano l'offerta di un appartamento, da lui sdegnosamente rifiutata. Le primarie di coalizione nel centrosinistra rischierebbero di bruciare più di un buon nome, come quello di Ferruccio Resta, rettore del Politecnico, membro del CdA tra della Veneranda Fabbrica del Duomo e del Comitato di Coordinamento di Human Technopole, dal 2019 Commendatore della Repubblica Italiana.

Contro di lui per il centrodestra - dopo il «no» categorico del leader della Lega Matteo Salvini «troveremo una valida alternativa a Sala ma non sarò io» - un altro (ex) rettore: Gianluca Vago. Lì lì per entrare nella giunta lombarda di Attilio Fontana, è stato nominato nel 2018 consigliere personale del governatore su «progetti e riforme strategiche della legislatura», considerato «convincente» dallo stesso Salvini alla vigilia delle comunali 2016, molto apprezzato per le sue competenze, ma anche in questo caso, sconosciuto ai più.

Un candidato civico è il profilo su cui si sta orientando il Carroccio, come conferma il commissario Stefano Bolognini: «Assolutamente sì, ci sono tanti talenti inascoltati».

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