Cronaca locale

La sinistra a caccia degli elettori gay Scontro con Maroni

Candidati in piazza per le unioni civili Promessi matrimoni a Palazzo Reale, la Regione invece andrà al Family Day

Chiara CampoMinacce e insulti all'assessore regionale alle Culture, Cristina Cappellini. Foto-provocazione (anche volgari) davanti al Pirellone illuminato con la scritta «Family Day», accesa due giorni fa dalla giunta Maroni a sostegno della manifestazione in programma sabato prossimo a Roma contro il decreto legge Cirinnà sulle unioni civili. Anche il cantante inglese Mika ha pubblicato su Instagram un fotomontaggio del grattacielo con la scritta «amore=famiglia» per contestare l'iniziativa del centrodestra. E sul palco di piazza Scala, dove ieri pomeriggio in concomitanza con altre cento piazze italiane le associazioni gay si sono riunite per il flash mob «svegliatiItalia» in difesa della legge che in Parlamento sta spaccando anche il Pd, il sindaco Giuliano Pisapia acclamato dal migliaio di persone ha gridato al microfono contro il governatore: «Qui a Milano, capitale dei diritti dove l'arcobaleno torna sempre, abbiamo istituito già dal 2012 il registro delle unioni civili e oggi chiediamo un passo avanti per una svolta nazionale, perché il Paese non è con chi accende le luci per spegnere i diritti. Non è più tempo di aspettare, è ora di essere civili». La reazione del governatore leghista è ancora più convinta: «Anche questa volta i soliti professionisti del politically correct non sanno fare altro che sputare odio e intolleranza verso chi ha opinioni diverse dalle loro. Mi fanno pena. Noi andiamo avanti per la nostra strada, che è quella giusta: riconoscere i diritti di tutti, certo, ma tutelare la famiglia naturale garantendole (come noi facciamo in Lombardia) tutti quei diritti che la nostra Costituzione stabilisce». Il centrodestra fa quadrato. «I palazzi delle istituzioni - fa notare Marco Bestetti (Forza Italia) - si possono dipingere di arcobaleno, ma non si può scrivere Family Day con le luci. Pisapia può prendere posizioni pro-gay, ma Maroni non può farlo pro-famiglia tradizionale. Si può scendere in piazza se sei per le unioni civili, ma non puoi se hai un'idea diversa. Scusate, chi sono i veri fascisti?». Sulla stessa falsariga l'assessore regionale Fdi Viviana Beccalossi: «Se un'istituzione scende in campo a difesa della famiglia tradizionale, apriti cielo. La sinistra avrebbe scritto sul Pirellone genitore 1 e genitore 2».A suonare le sveglie e i cellulari in piazza Scala ieri c'erano anche il ministro Maurizio Martina, la leader Cgil Susanna Camusso e tutti i candidati alle primarie del centrosinistra, una passerella che nessuno ha voluto cedere agli avversari, nemmeno l'outsider Antonio Iannetta che fino al giorno prima era incerto. Mr Expo Giuseppe Sala è arrivato accompagnato dal Pd Ivan Scalfarotto, attivista gay, e dalla cantante Paola Turci. Ha condiviso la proposta già lanciata dall'assessore Pierfrancesco Majorino di aprire anche alle coppie gay la sala cerimonie di Palazzo Reale: «Sono d'accordo, e tanto più se si va in questa direzione non dovranno più esserci matrimoni di serie A e serie B. Sulle coppie non c'è ormai da discutere neanche, e sulle adozioni anche, nell'ottica della tutela dei bambini». «Scortata» in piazza dal coordinatore dei comitati arancioni Paolo Limonta, anche la vicesindaco Francesca Balzani ha criticato la Regione: «Vorrei ricordare che la bolletta della luce la paghiamo tutti. Se Maroni la usa per diffondere messaggi politici dovrebbero essere inclusivi e non provocazioni di parte.

Spero si scuserà con chi si è sentito respinto dal gesto».

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