Cronaca locale

S'innamora di un detenuto e lo fa evadere

Love story tra una poliziotta penitenziaria svizzera e un siriano

Una vera e propria storia d'amore quella scoppiata tra un siriano di 27 anni e una svizzera 32enne. Che però non si conclude con un lieto fine, visto che li ha (ri)portati entrambi in carcere. Sono stati arrestati infatti dai carabinieri di Romano di Lombardia (Bergamo), in collaborazione con i militari del Ros di Milano, rispettivamente per evasione e favoreggiamento dell'evasione. Entrambi ricercati - lui era evaso dal carcere di Limmattal, vicino a Zurigo in Svizzera, dove era detenuto per diversi reati sessuali e violenze contro la persona, lei era una poliziotta penitenziaria. Il passato per la donna è d'obbligo: secondo l'accusa sarebbe stata lei a favorire l'evasione dell'amato bene nella notte tra l'8 e il 9 febbraio scorso. Le manette ieri sono scattate tra le 3.30 e le 4 su esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità elvetiche e per trovare la coppia sono stati impiegati 40 uomini e diversi elicotteri. I due si nascondevano da almeno due settimane in un appartamento al settimo piano di un palazzo di via Duca d'Aosta 37 a Romano di Lombardia. Per i Ros alla base della fuga dal carcere ci sarebbe proprio la storia d'amore tra la coppia: si erano conosciuti nella prigione di Limmattal, dove lui era detenuto da oltre 2 anni per una pena di 4 totali e lei lavorava appunto come poliziotta penitenziaria. Il comandante colonnello dei Ros di Milano Paolo Storoni non esclude che la destinazione finale della dei due fosse il Medioriente. «Alcune telefonate fatte dall'uomo in Austria e Germania fanno pensare che i due volessero tornare nelle sue terre d'origine» spiega l'ufficiale. E secondo quanto raccontato ai carabinieri dall'ex marito della 32enne, lasciato dalla donna dopo che si era innamorata del carcerato, la svizzera negli ultimi tempi avrebbe mostrato addirittura anche delle simpatie per la religione islamica. Individuare il palazzo e l'appartamento in cui i due si nascondevano non è stato semplice, spiega ancora il colonnello Storoni. «Avevano preso tutte le precauzioni del caso: uscivano poco per non attirare l'attenzione dei vicini, se non per comprare del cibo, e negli ultimi giorni si stavano preparando per partire». In una stanza c'erano numerosi sacchi dell'immondizia: avevano limitato al minimo le uscite, anche per gettare la pattumiera. Al momento dell'arresto avevano con loro non più di 500 euro. «Dopo la fuga dal carcere si sono ritrovati con pochi contanti. Stavano racimolando del denaro per continuare la fuga attraverso un altro cittadino arabo residente in Svizzera - continua Storoni - Gli aveva mandato dei soldi in banca su un conto aperto con nome falso. Il 27enne, però, si era presentato con il suo vero documento di identità e non ha mai potuto prelevare quanto inviato». In casa non sono state trovate armi, ma secondo i carabinieri, vista la conoscenza in materia della poliziotta penitenziaria in merito alle aggravanti e disposizioni di legge, è probabile che i due ne fossero in possesso e le abbiano nascoste altrove, in un posto più sicuro. Qualche giorno dopo essere arrivato a Romano di Lombardia l'uomo aveva fatto amicizia con un tunisino di 60 anni che, in totale buona fede, gli aveva prestato il suo documento per comprarsi una scheda telefonica con il quale il siriano ha cominciato a contattare altre persone del suo Paese residenti all'estero, soprattutto in Austria e Germania.

Queste telefonate, oltre a un video realizzato dall'amante e inviato al padre, per rassicurare la famiglia, sono servite per cogliere in fallo la coppia.RC

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