Smarphone e decibel, i limiti da non superare
Le regole per non danneggiare l'udito
Le regole per non danneggiare l'udito
Viviana Persiani
Si dice che la perdita dell'udito sia uno dei primi segnali della vecchiaia, ma chi è giovane non ritenga di esserne esente. Li vedete i ragazzi di oggi? Girano tutti con le cuffiette nelle orecchie e la musica sparata al massimo volume. Tutto questo ha un prezzo che, prima o poi, dovranno pagare. E non solo loro. Gli uomini d'affari guidano con i loro auricolari per essere sempre connessi con gli altri. Ricevono telefonate, parlano, magari alzando il volume del loro smartphone, per sovrastare i rumori esterni. I telefoni hanno un indicatore che segnala i livelli eccessivi di suono e basterebbe prestare attenzione per proteggere il nostro udito. Lo facciamo? Ricordiamoci che più forte è il rumore e più prolungato il tempo al quale esponiamo le nostre orecchie, maggiore sarà il rischio di danni uditivi. Il fracasso ci circonda. Pensate a situazioni come quelle di un meeting di lavoro al chiuso o di un aperitivo all'aperto dove il contemporaneo vociare di tante persone vi obbliga ad alzare la voce. O il disagio di lavorare vicino a strumenti particolarmente disturbanti. E che dire dello stadio, dei concerti, che comportano difficoltà di ascolto per diverse ore dopo il termine dell'avvenimento? Gli esperti suggeriscono di proteggere le orecchie con tappi, cuffie imbottite o altri strumenti pensati per questo scopo, in modo da salvaguardare la nostra preziosa capacità di ascolto. Questione di decibel. Più elevato è il suo numero, più scatta l'allarme rosso.
L'asticella da non superare? I professionisti dell'udito hanno stabilito che un'esposizione a oltre 85 db per diverse ore ogni giorno può diventare pericolosa. Sappiate che la musica alta dello smartphone corrisponde a 112 db, una sirena di ambulanza a 120, un clacson a 110, una strada affollata a 75-85 mentre una normale conversazione si attesta sui 60 db.
Da non sottovalutare anche l'acufene che, pur non essendo una malattia, è un segnale preciso che qualcosa sta andando storto. La causa più comune dell'acufene è, infatti, il danneggiamento delle cellule ciliate sensoriali presenti nell'orecchio dovuto all'esposizione a rumori forti. Se pensate di averlo, fissate subito un appuntamento. Prevenire è meglio che curare.
E quando ascoltate musica, fate tesoro della regola del 60/60, ovvero mai sopra il 60% del volume massimo per più di 60 minuti al giorno (meglio le cuffie delle cuffiette). Fate riposare le vostre orecchie se circondati da ambienti rumorosi. I controlli non hanno età. Fatti una volta all'anno garantiscono un buon udito anche nella vecchiaia.
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