Cronaca locale

Soldi per gli alunni stranieri "Ma il Comune si dimentica dei disabili senza sostegno"

Il caso della ripartizione dei fondi al Municipio 3 In via Giacosa la protesta contro le cattedre vuote

Soldi per gli alunni stranieri "Ma il Comune si dimentica dei disabili senza sostegno"

Va bene favorire l'integrazione degli alunni stranieri a scuola, diritto sacrosanto. Ma se per farlo vengono sacrificati i fondi a favore dei disabili, allora il discorso assume toni un po' più amari. Eppure accade nel Consiglio di municipio 3, che comprende le scuole di Porta Venezia, Lambrate e Città Studi.

Nella ripartizione dei fondi per il diritto allo studio 2015/2016, agli stranieri e ai disabili viene assegnata la stessa quota (il 10%) e, per di più, viene creata una voce ad hoc (con altrettanto 10% di finanziamenti) dedicata agli studenti non italiani, i cui progetti vengono classificati sotto la voce Bes, bisogni educativi speciali. «La sinistra - denuncia il leghista Gianluca Boari - ha voluto creare una categoria ad hoc riservata agli alunni stranieri che impone alle scuole, alla faccia del rispetto dell'autonomia scolastica, di destinare risorse specifiche solo per progetti rivolti agli stranieri. La mia proposta di dimezzare questo fondo (da 10% al 5%) a vantaggio di quello per iniziative rivolte ai ragazzi con handicap (dal 10% al 15%) è stata bocciata. Ancora una volta l'amministrazione milanese dimostra insensibilità nei confronti delle vere problematiche sociali, discriminando di fatto gli italiani».

Il caso del Municipio 3 è solo la punta dell'iceberg di una piaga che invade tutte le zone di Milano, senza distinzione di ordine e grado delle scuole. Al di là dei progetti speciali, manca il sostegno quotidiano ai ragazzi con handicap. Non ci sono gli insegnati e, ad oggi, con la scuola iniziata da tre settimana, parecchie famiglie sono costrette a tenere i figli a casa perché in classe non c'è nessuno in grado di assisterli. Alla Ledha, l'associazione che tutela i diritti dei disabili, piovono lettere di denuncia contro la buona scuola che tanto buona non è.

Il problema delle cattedre vuote (e quindi degli orari risotti) non tocca solo i disabili, ma le classi intere. Tanto che l'altro ieri un gruppo di mamme della scuola di via Giacosa, zona via Padova, è sceso in piazza per protestare: «L'orario scolastico non è garantito - denunciano - Dobbiamo chiedere continui permessi al lavoro per andare a prendere i nostri figli e le maestre si trovano a fare da baby sitter perchè la scuola non può garantire il tempo pieno». Ma al di là di un'organizzazione logistica della giornata, il problema sta nascosto anche nei programmi scolastici, sacrificati e già in ritardo rispetto alla tabella di marcia sulla carta.

Armate di campanacci, pentole e fischietti, le mamme si sono fatte sentire. E forse qualcosa sono riuscite a smuovere.

L'ufficio scolastico regionale si è impegnato a dare gli insegnanti che mancano e a concedere una deroga per il personale amministrativo necessario a scuola.

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