Cronaca locale

Soldi pubblici per la fiera dell'inutilità

I municipi dovrebbero essere il futuro della Grande Milano, sono ridotti a bancomat di eventi astrusi o ideologici

Soldi pubblici per la fiera dell'inutilità

Zone bancomat, altro che municipi della «Grande Milano». Nella (nascente) prima città metropolitana italiana, il decentramento assume i contorni del grottesco, almeno a giudicare dalle iniziative che, con l'infornata di delibere approvate o in via di discussione, saranno finanziate o patrocinate. Qualche esempio? Un concerto di bonghi, incontri dedicati alla chirurgia plastica, la raccolta di pannocchie o la (ennesima) mappa della sostenibilità. Sono solo alcune delle iniziative al centro delle polemiche fra maggioranza e opposizione nei vari Consigli.

Che i soldi pubblici - certo, spesso per entità modeste - siano dedicate a iniziative che appaiono la fiera dell'inutilità, oggi stride con una situazione di grande difficoltà dei quartieri. In zona 3, con i residenti di Lambrate e Rubattino sull'orlo dell'esasperazione per il degrado, è chiaro che Forza Italia, con Marco Cagnolati sottolinei con forza l'inutilità di spettacoli, concerti e film più o meno interessanti dal punto di vista artistico. «La chirurgia plastica non è la priorità - spiega - Precedenza a coloro che sono state colpiti dalla crisi, dalla perdita di lavoro e dall'aumento delle tasse». Lo stesso accade a San Siro, dove la crisi sociale morde - basti pensare al proliferare delle occupazioni abusive - e Forza Italia contesta i 30mila euro spesi per i «cesti solidali» e tanto altro. In zona 8 il leghista Enrico Salerani critica «due perle»: «Un seminario di cultura alimentare rivolto a un pubblico massimo di 15 persone a incontro» e un'iniziativa destinata a docenti e genitori sui giochi e i materiali poveri. «Una delle beneficiarie - aggiunge - è una nota esponente della cascina occupata Torchiera». In zona 9, di nuovo sott'acqua per le piogge, destano meraviglia altre scelte: «Mentre esonda il Seveso ed i cittadini sono in difficoltà per le tasse - dice Alessandro Fede Pellone (Fi) - si dibatte accanitamente sui soldi dati all'Anpi per un murales sui muri di Niguarda ma se ne spendono altrettanti per pulire quelli imbrattati da murales di Villa Litta. Oppure si spendono ben 1.800 euro per realizzare un concerto di bonghi sotto Natale». Vale anche in zona 2, dove Marzio Nava (Fi) cita la «sinistra in versione bucolica» che in via Padova organizza «la raccolta del mais, peraltro inutile perché il terreno risulta inquinato, e contribuisce agli orti condivisi di Legambiente». E lo fa - attacca - in quella via Esterle che dovrebbe ospitare una moschea, col rischio di una polveriera» e «a pochi metri dal palazzo del degrado di via Cavezzali e dai giardini occupati da trans che svolgono la loro professione in pieno giorno». Ma, attenzione, sarebbe riduttivo pensare che si tratti solo di scelte bizzarre o ideologiche. La sinistra è tradizionalmente radicata nel mondo delle associazioni e delle cooperative, molto coinvolto da una miriade di iniziative in città. E anche nello sport: non si dà un buono sport alle famiglie ma si finanziano organismi che promuovono attività sportiva, col rischio di burocratizzare e mediare anche questo aspetto così importante della vita dei giovani. «Col fallimento del decentramento e lo svuotamento delle competenze - dice Alessandro De Chirico - alle zone non resta che aprire le misere casseforti per ingraziarsi le associazioni amiche. Alcuni progetti sono interessanti, molti di quelli finanziati sono di dubbia utilità». «Il problema - dice Simone Enea Riccò, capogruppo azzurro in zona 5 - non è se ci sono sprechi. Da liberale, il problema è il sistema che non funziona, le iniziative sovvenzionate sono tutte uno spreco. Milano cade a pezzi, ma non possiamo intervenire.

Preferirei vedere zone con più deleghe e che invece di patrocinare qualche evento possa occuparsi del benessere dei cittadini».

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