Cronaca locale

"Solo" 170mila voti in meno E Sala ora rottama le primarie

In 210mila ai seggi in Lombardia, il 76% per Renzi Il sindaco: «Maroni avanti, entro settembre lo sfidante»

"Solo" 170mila voti in meno E Sala ora rottama le primarie

Il countdown ha girato per tutto il giorno sui canali web del Pd. «Mancano 8 ore», «mancano 3 ore», «manca 1 ora». C'era l'incubo deserto ai gazebo e ai seggi allestiti anche in bar, hotel e gelaterie. Alla fine l'affluenza alle primarie a Milano va persino oltre le aspettative. Alle 12 ieri in Lombardia si registravano circa 90mila partecipanti (10mila in meno della tornata 2013 alla stesa ora), 40mila nella città metropolitana, 17.500 nella sola Milano. Alle 17 lo scarto si è ridotto: 160mila nella regione (contro i 230mila del match Renzi-Bersani) e oltre 63mila nell'area metropolitana (2mila in meno).

I dati alla chiusura delle urne alle 20: nel 2013 le primarie si erano chiuse con quasi 380mila schede in Lombardia 143mila nella città metropolitana, 69mila nel capoluogo. Ieri l'affluenza è stata di circa 210mila persone nella regione (170mila in meno), intorno a 100mila nella Grande Milano, 43.138 in città. A scrutinio in corso Renzi era intorno al 76,5% in regione, al 23% Orlando. Più basso per l'ex premier il dato definitivo in città: 72,12% contro il 24,59% di Andrea Orlando e il 3,29% di Michele Emiliano. «Entro l'estate si faranno le primarie per scegliere il candidato in Regione per un centrosinistra largo» assicura il segretario lombardo Pd Alessandro Alfieri, allargando la coalizione al Campo Progressista di Giuliano Pisapia.

Anche il sindaco Beppe Sala ha votato ieri intorno alle 10 al Cam di corso Garibaldi. Arrivato a piedi con la compagna Chiara Bazoli, ha preso un caffè di fronte al seggio e poi è entrato da solo per scegliere il segretario del Pd (ha versato 10 euro di contributo). Ha tenuto fede anche ieri alla scelta di non schierarsi: «Mantengo la riserva, sono alla guida di una compagine molto composita quindi, per il rispetto di tutti». D'altra parte si annunciano settimane di tensione, anche a Palazzo Marino. Matteo Renzi, che tornerà a Milano il 9 maggio per la visita dell'ex presidente Usa Barack Obama e forse farà prima un sopralluogo a Segrate dove sorgerà il «Westfield Milan» (il centro commerciale di lusso più grande d'Europa) dopo il gelo con il sindaco durante la campagna prepara la resa dei conti.

Ma Sala ha anche lanciato la rottamazione delle primarie, perchè no, a partire dalla elezioni regionali che vede tutte in salita per il centrosinistra. «Le primarie probabilmente vanno ripensate perchè dalle ultime, a parte le mie ovviamente - ha scherzato -, lo si vede anche a livello internazionale, non pare la gente abbia tutta questa passione. Guardano le persone, i programmi, ma le primarie stanno diventando un pò delle lotte fratricide che lasciano delle scorie. Abbiamo visto anche in Francia recentemente i due che hanno vinto le consultazioni sono poi arrivati uno terzo uno quinto, restando fuori dal ballottaggio». Un ripensamento anche in vista delle regionali 2018? «Se c'è un candidato forte, più o meno unico del Pd, ci si può pensare a non farle - replica -. Per capire chi ha interesse a partecipare è ancora presto, il mio invito però è decidiamoci per settembre. Ogni tanto si parla di voto anticipato e questa accelerazione cambierebbe le regole del gioco, ma in condizioni normali, e quindi votazioni in febbraio, entro settembre deve esserci il nome».

Ammette che «non sarà facile in Lombardia, il centrodestra con Roberto Maroni è certamente favorito, ma il centrosinistra non deve rassegnarsi a una partecipazione di facciata, bisogna correre per vincere». Sala si è già espresso a favore dell'ipotesi Giorgio Gori, sindaco di Bergamo ma pronto al salto al Pirellone. «Penso sia un candidato molto serio, anche Maurizio Martina (il ministro è nel toto-nomi, ndr.) ma bisogna capire il ticket con Renzi alle vuol dire che avrà incarichi operativi nel partito, il che sarebbe impensabile.

Sono due candidati forti ripeto che in questo momento dai sondaggi sono in ritardo rispetto a Maroni, è anche ovvio perchè nessuno dei due è ancora candidato, ma non mi rassegno a una partecipazione di facciata».

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