Cronaca locale

Spesa gratis, minacce e ritorsioni: prese le "boss" di viale Sarca

Debora Hudorovic e Monica Braidic sono state arrestate per furto aggravato in concorso. Per la polizia, le due avevano messo sotto scacco il personale di alcuni supermercati di Milano

Spesa gratis, minacce e ritorsioni: prese le "boss" di viale Sarca

Frequentavano diversi supermercati: entravano, prendevano la merce e, spesso, uscivano. Senza pagare o, comunque, senza corrispondere la cifra dovuta. Qualche minaccia e il controllo, di fatto, di alcuni market della città. Accade a Milano e, secondo quanto riportato dall'edizione locale del Corriere della Sera, le reponsabili dei colpi sarebbero due donne: la 38enne Debora Hudorovic e la 29enne Monica Braidic, entrambe provenienti dalle case popolari di viale Sarca. Le due italiane, di etnia rom, sono state arrestate qualche giorno fa dagli agenti del commissariato Greco-Turro per furto aggravato in concorso nel supermercato "Pozzoli" di via Arezzo, al civico 7.

Il sistema (collaudato)

Secondo le prime ricostruzioni fatte dalle forze dell'ordine, le due donne avevano già messo a segno un altro colpo, poco prima, nel supermercato "DiPiù" di viale Suzzani 239. Il sistema ideato era semplice: nei negozi entravano con i figli, prendevano del cibo e lo consumavano all'interno del supermercato poco prima di avvicinarsi alle casse. Dove, poi, passavano senza pagare nulla. Così, la squadra investigativa di polizia del commissariato, diretto da Angelo De Simone, ha approfondito e ha iniziato a indagare su episodi passati. Ne è emersa una rete crimininale ben collaudata, al vertice della quale stavano proprio le due donne.

Le minacce ai dipendenti

I poliziotti hanno quindi scoperto che il personale del supermercato di viale Suzzani era stato colpito, più volte, dalle due ma che nessuno aveva mai denunciato il fatto. "Digli a quello lì che è un infame e che deve stare attento", avrebbero detto le donne rivolgendosi al direttore. E i dipendenti, spaventati dall'ipotesi di ritorsioni e vendette, avevano scelto il silenzio. Di fronte alle domande degli investigatori, infatti, alcuni di loro avrebbero risposto timidamente e quasi infastiditi.

Secondo quanto riportato dal quotidiano milanese, a una cassiera, le due, avrebbero ricordato che se lei non avesse fatto quanto richiesto a loro non sarebbe costato nulla fermarsi fino alla chiusa e aspettarla per "aiutarla a capire".

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