Cronaca locale

Lo stadio che rivoluzionerà il Portello

Il villaggio rossonero con un liceo, ristoranti, alberghi, aree giochi e verde. Il Comune: «Proposta positiva, valuteremo»

Lo stadio che rivoluzionerà il Portello

Chiamatelo pure quartiere rossonero. Adesso non è più una suggestione ma qualcosa di concreto. Perché ieri, prima delle 12, alla scadenza del relativo bando, alla fondazione Fiera, il Milan, e per il club lo staff di Barbara Berlusconi, ha depositato la manifestazione d'interesse per la costruzione del nuovo stadio. Prima mossa importante e decisiva: il documento è firmato in sodalizio con Arup, azienda leader mondiale nella costruzione di impianti sportivi (Monaco di Baviera, Pechino e Australia le ultime realizzazioni). La zona è quella dell'attuale Portello e precisamente quella attualmente occupata dai padiglioni 1 e 2, nei pressi dell'attuale nuova, luccicante sede del club rossonero, casa Milan cioè, diventata in pochi mesi polo d'attrazione della città, visitato da un numero impressionante di tifosi e non, richiamati oltre che dal suggestivo museo, anche dall'immensa piazza che si spalanca dinanzi alla torre degli uffici.

Non sarà un semplice stadio ma diventerà una sorta di cittadella del calcio. Perché nel progetto, tra l'altro curato in collaborazione con il Politecnico (coinvolta la facoltà di architettura), sono previste una serie di strutture che renderanno il sito particolarmente innovativo. Ecco l'elenco del contorno: un albergo, un liceo a indirizzo sportivo, ristoranti, parco giochi per bambini, percorsi appositamente studiati da ubicare sui tetti dell'edificio e spazi espositivi per artisti e altre iniziative. L'intento, scoperto, è quello di rendere l'intero quartiere vivibile durante tutta la settimana e non soltanto in occasione delle partite.

Non sarà un altro San Siro. Capienza ridotta a 48mila posti, tutti a sedere, con un'altezza che non supererà i 30 metri (attualmente il terzo anello di San Siro sfiora i 60 metri), mentre il terreno di gioco sarà scavato in profondità (10 metri) per trasformare la struttura in un'autentica arena. Su questo numero è già partito un dibattito: troppo piccolo, lamentano in tanti. A giudicare dalle scelte attuali proprio no. «Quel numero è il risultato di uno studio per Milano ed è in tendenza con lo Juventus stadium e gli impianti di Chelsea e Liverpool» la risposta proveniente dallo staff societario. Azzerati i rumori dall'esterno, assicurano i tecnici che hanno studiato come ottenere un effetto speciale attraverso l'uso di particolari pannelli.

Immediato il commento del Comune. Il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e l'assessore allo Sport, Chiara Bisconti hanno detto: «Prendiamo atto dell'interesse del Milan per il Portello. È sempre positivo che si facciano nuovi progetti per Milano. È una spinta verso il futuro e per lo sport».

Raggiungere il nuovo stadio non sarà complicato né prevederà la doppia opzione (metropolitana più mezzi in superficie come accade oggi): sarà possibile attraverso le nuove fermate della metropolitana. Altre due notizie ne scolpiscono il profilo. La prima riguarda il calcolo della forza-lavoro impegnata nella realizzazione del progetto da approntare per l'estate 2018 (alba della stagione 2018-2019 la data prevista): 1000 i posti di lavoro, 500 le persone assunte a progetto ultimato. Mica male con i tempi dell'attuale recessione nel settore. La seconda: non sono previste strutture residenziali per allontanare il sospetto che possa esserci, intorno al quartiere, un qualche intento speculativo. Al Emirates, il ricco e potente sponsor del Milan, ha espresso pubblicamente l'intenzione di partecipare all'operazione nuovo stadio. Si dovrà decidere come battezzarlo per offrire al bilancio del club un altro ricco contributo. In un'intervista tv datata ottobre 2014 Barbara Berlusconi ne parlò come di un grande sogno: oggi sta per diventare realtà.

Nel frattempo il Milan continuerà ad abitare San Siro e a concorrere ai lavori di ristrutturazione dell'impianto per renderlo degno della finale di Champions league nel 2016.

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