Cronaca locale

Lo stilista che ha raccolto i disegni del '900 italiano

La Collezione di Pino Rabolini (Pomellato) il prossimo autunno in mostra all'Arengario

Mimmo di Marzio

Le mani per pensare» è lo slogan con cui il sociologo e critico americano Richard Sennett compendiò l'elogio alle virtù del saper fare, nella profonda convinzione di come tutte le arti e i saperi, anche i più astratti e «concettuali» nascano sempre da pratiche corporee, e di come l'intelligenza tecnica si sviluppi attraverso la facoltà dell'immaginazione. Forse nessuna pratica più che il disegno, nell'arte pura come in tutte le arti applicate, pare incarnare pratica corporea e intelligenza tecnica, ovvero quel linguaggio dell'espressione non verbale che fin dall'infanzia (e fin dalle civiltà primitive) meglio rappresenta l'immagine del sè. Una convinzione che non può non aver guidato la passione di Pino Rabolini, fondatore nel 1967 dell'azienda orafa Pomellato, per la quale di proprio pugno schizzò l'idea di alcuni tra i gioielli più originali e significativi. Oggi la sede organizzativa della Collezione Ramo (opere su carta del '900 italiano) è situata in un elegante palazzo storico di via Borgonuovo, mentre le opere su carta sono custodite al sicuro in un caveau che ospita la più importante collezione privata di disegni e opere su carta del Novecento, costruita da Rabolini con amore e cura certosinica degni di un museo. La raccolta, che ormai conta oltre 500 opere di un centinaio di artisti italiani dalle avanguardie storiche al Dopoguerra, in autunno sarà oggetto di una mostra al Museo del Novecento, a testimonianza del crescente interesse anche in Italia per un genere artistico ingiustamente ritenuto «minore». Ma la Collezione Ramo, che a breve pubblicherà un inedito libro sulla storia delle opere d'arte su carta del '900, da Medardo Roso all'Arte Povera, rappresenta una sorta di fil rouge tra i grandi artisti italiani e la storia di un imprenditore che ha costruito la sua carriera proprio dal disegno su carta. «Ciò che la Collezione e questo testo vorranno dimostrare è che il Novecento italiano non è secondo a nessuno per intuizioni e qualità degli artisti», dice Irina Zucca Alessandrelli, curatrice del fondo e responsabile delle acquisizioni. «Il lungo lavoro di questi anni, sottolineato anche da una serie di mostre e prestiti a istituzioni museali, mette in primo piano il disegno che nell'arte come nel design rappresenta il primo passaggio dalla mente creativa all'opera finale - continua Zucca Alessandrelli - Tuttavia la collezione si rivolge a tutte le tecniche che abbiano come supporto la carta, dunque dalla tempera su carta al collage, dalle chine alla matita grafite».

Un vero e proprio percorso didattico, quello della Collezione Ramo, che rappresenterà uno strumento prezioso per conoscere la storia e la poetica di artisti non sempre conosciuti a fondo nelle proprie forme espressive.

L'importante esposizione al Museo del Novecento farà seguito ad interessanti mostre nella sede di via Borgonuovo, come quella delle opere su carta di Tancredi (che si è avvalsa anche di prestiti inediti da parte del figlio dell'informale veneto), o come quella dedicata a 15 artisti milanesi d'adozione che hanno fatto la storia del '900, da Boccioni a Russolo, da Castellani a Isgrò.

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