Cronaca locale

Su Milano sventola bandiera rossa. E De Corato la fa ammainare

Sul pennone più alto garrisce un drappo. Nessuno sa chi ce l'abbia messo e perché non sia stato tolto. L'ex vicesindaco De Corato lo fa ammainare

Su Milano sventola bandiera rossa. E De Corato la fa ammainare

Su Milano sventola bandiera rossa. Si vede dalle fotografie scattate da un terrazzo vicino: sono le 15 e 28 e sul pennone più alto della Galleria Vittorio Emanuele garrisce un drappo rosso fuoco. «L'ha issata qualcuno arrampicandosi fino al tetto della Galleria» ha detto l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, notoriamente non amante del rosso - almeno in politica.

Ma in effetti il caso è parso strano. «Secondo alcuni proprietari di terrazzi intorno - ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio comunale - la bandiera rossa è lì da mesi ed è ben visibile da tutti i terrazzi intorno compreso ovviamente quelli del Comune. Però nessuno la toglie». Perché è stata messa lì e perché ci è rimasta? «O c'è la complicità di qualcuno del Comune - ha ipotizzato De Corato - oppure Palazzo Marino ci spieghi come hanno fatto. E perché è rimasta lassù per così tanto tempo. Probabilmente la vista di una bandiera rossa che sventola sulla sommità della Galleria a qualcuno o a molti nel Palazzo Comunale fa piacere».

Sulla curiosa vicenda della bandiera è subito scoppiata una polemica. Il consigliere comunale di Sel Mirko Mazzali, presidente di commissione e a sua volta notoriamente amante del rosso, almeno in politica, ha replicato via facebook che «solo l'evidente allergia al rosso del consigliere De Corato gli ha consentito di accorgersi di una bandiera ignorata dalla quasi totalità dei milanesi». Con ciò Mazzali ha invitato il sindaco a togliere «questa stoffa di colore rosso».

E alla fine è intervenuto il sindaco. O qualcuno per lui. Palazzo Marino ha infatti comunicato verso sera che «la bandiera issata da ignoti sul pennone della galleria» è stata rimossa.

E che «una pattuglia della Polizia locale è intervenuta sul posto per verificare eventuali effrazioni degli accessi al tetto della Galleria, su cui insistono sia uffici pubblici sia proprietà private».

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