Cronaca locale

Sulle Olimpiadi a Milano l'ennesimo match tra il sindaco e Maroni

Al presidente della Regione piace l'idea di scipparle a Roma. Sala lo smonta: "Impossibile. È tema inutile"

Sulle Olimpiadi a Milano l'ennesimo match tra il sindaco e Maroni

Lasciateci almeno sognare. Potrebbe essere il sottotitolo (o la risposta al sindaco) al sondaggio pubblicato da Roberto Maroni ieri mentre continuava il tam tam sul possibile «scippo» da Roma a Milano della candidatura alle Olimpiadi del 2024, anche se è tecnicamente impossibile visto che le candidature sono già chiuse. «Qualcuno - ha scritto il governatore lombardo sul suo profilo Facebook - mi chiede se la Regione è disponibile a sostenere la candidatura di #Milano (al posto di Roma) per le #Olimpiadi 2024. Voi cosa pensate?».

L'ipotesi circola da giorni, ma punta piuttosto a riportare il capoluogo lombardo sotto i riflettori internazionali, dopo Expo 2015, nel 2028. Il sindaco 5 Stelle della Capitale Virginia Raggi ha continuato per tutto agosto a fare melina, rinviando al risposta all'incontro con il presidente del Coni Giovanni Malagò nei giorni, ma è pronta a bocciare la candidatura di Roma ai Giochi olimpici già depositata ufficialmente dal Coni. E sembra che il governo sia orientato ad evitare «piani b», sia la nomina di un commissario, sia la presentazione del dossier al Cio (il comitato olimpico internazionale) il prossimo 7 ottobre anche senza l'ok del Campidoglio. Potrebbe piuttosto far decadere la nomination del 2024 per concentrarsi su quella del 2028, e in quel caso la capitale dello sport sarebbe proprio Milano.

Certo, se vincesse l'edizione 2024 un altro dei concorrenti europei in gara con Roma contro Los Angeles - Parigi o Budapest -, per la regola dell'alternanza tra i continenti, all'Italia toccherebbe aspettare un altro «giro», quindi il 2032. Ma le chance di Budapest sono praticamente azzerate e gli stessi cittadini sono contrari, e ora sembra che anche Parigi sia più concentrata a conquistare l'Expo del 2025 rispetto ai Giochi olimpici. Il capoluogo insomma avrebbe tempo per lavorare su un dossier vincente per l'edizione che si terrà tra dodici anni.

Campa cavallo? Mica tanto. Tra la scelta assunta nel 2006 dal governo Prodi e dal sindaco Letizia Moratti di candidare Milano all'Expo e l'apertura dei cancelli nel 2015, nove anni sono volati e si è arrivati con l'ansia di non finire in tempo i cantieri. Maroni dunque prova a prendere sul serio l'ipotesi Milano già per il 2024 (c'è persino chi non esclude un'Olimpiade diffusa tra più città italiane oltre a Roma, mai dire mai) e lancia il suo sondaggio. Lo smonta il sindaco Beppe Sala, che pure in campagna, quando già la Raggi faceva l'equazione Olimpiadi uguale sprechi faceva la stessa battuta: «Se Roma non vuole le Olimpiadi, pensiamoci, perché a Milano abbiamo fatto un'Expo straordinaria, che ha fatto lavorare tanta gente».

Ieri il sindaco ha risposto indirettamente al sondaggio del governatore leghista su Facebook: «Sono sempre stato favorevole ai grandi eventi e sono convinto che possano essere una grande opportunità per la città che li organizza. In questo caso però si tratta di una situazione particolare. Secondo le regole del Cio non si può sostituire Milano a Roma per il 2024. Bisognerebbe quindi pensare all'edizione 2028 (nel caso l'edizione 2024 fosse assegnata a una città non europea) o addirittura del 2032. Viste le urgenze di oggi, penso non sia il momento giusto per parlarne. Togliamo il tema dal tavolo e affrontiamo questioni più importanti». Persino l'ex consigliere di Sel Luca Gibillini, oggi con un incarico proprio nel Gabinetto del sindaco, aveva appena ammesso che l'ipotesi Milano «è molto suggestiva».

È invece l'ennesimo terreno di scontro tra Maroni e Sala, che si sono già divisi (tra l'altro) sull'invio dei profughi a Expo e poi del Campo Base nei comuni terremotati. Anche sul trasloco del Salone del Libro da Torino a Milano Sala aveva nicchiato, mentre l'ottimismo e la barra dritta di Maroni finora hanno pagato.

Chissà.

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