Cronaca locale

Tangenti, indagato ex sindaco del Pd

Aiutò il progetto del centro commerciale e si fece assumere dalla società costruttrice

Tangenti, indagato ex sindaco del Pd

La Procura voleva arrestarli: il giudice ha respinto la richiesta solo perché ormai sono tutti fuori dalla politica e così non possono delinquere ancora. Ma sul malaffare che regnava a San Giuliano Milanese ai tempi della giunta rossa guidata da Marco Toni, fondatore e leader del Pd nel Comune sulla via Emilia, proprio l'ordinanza che respinge gli arresti ha parole come magli: parla della «presenza di un gruppo criminale capace di ottenere, mediante una consolidata struttura corruttiva basata su una ramificata rete di conoscenze, di consenso e di rapporti duraturi all'interno del Comune», favori di ogni genere.

Pedina chiave di questa rete era lui, Marco Toni, sindaco di San Giuliano dal 2000 al 2009, poi consigliere di maggioranza e dopo entrato in rotta di collisione con il suo partito ed infine espulso; e insieme a lui il vicesindaco e assessore all'Urbanistica Cristian Stefanoni, nonché il dirigente del Settore tecnico comunale, Roberto Corradi. Sono loro, secondo l'indagine della Guardia di finanza di Lodi e del pm Emma Vittorio, a spianare la strada al progetto di lottizzazione dell'area dell'«ex Albergo», trasformata in centro commerciale e supermercato Esselunga.

Il tecnico, Corradi, si faceva pagare in contanti e in natura: cinque versamenti, un totale di 52mila euro più (sul serio) una vasca idromassaggio per il bagno di casa. Il sindaco e il vicesindaco vanno più sul sicuro: appena smesso il mandato si fanno assumere dalla società che ha realizzato il centro commerciale. Toni diventa dirigente e incassa (senza fare praticamente niente, secondo i pm) quasi 200mila euro di stipendi. Il vicesindaco, invece, si accontenta di un contratto di consulenza.

Tutto viene alla luce grazie alle faide interne al Pd locale. A presentare la denuncia alla Finanza è infatti il nuovo sindaco, anche lui democratico, Alessandro Lorenzano che nel 2011 si accorge che le fideiussioni previste dall'accordo con la Milpar srl, la società proprietaria dell'ex Albergo, non erano mai state presentate. Arrivarono solo quattro anni dopo. Quando le «fiamme gialle» sono andate a frugare, hanno scoperto che buona parte delle fideiussioni venivano da una società con gli uffici deserti, non presente sull'elenco di quelle abilitate e addirittura evasore totale. Ciò nonostante, al piano di sviluppo dell'ex Albergo viene data via libera. Anzi, di più: compare all'improvviso anche un cinema multisala, mai previsto dagli accordi precedenti.

La Milpar si sdebita con sindaco e vicesindaco subito dopo: il 3 settembre 2012 Marco Toni viene assunto come direttore del centro commerciale da lui stesso autorizzato. Tra il 2012 e il 2015 incassa stipendi per 193mila euro. «Non è stato possibile accertare attività lavorativa prestata da Toni Marco», scrive il gip. Buona parte dei negozianti del centro commerciale dichiarano di non averlo mai visto e agli atti finisce una mail di Maria Nigro, padrona della Milpar e regista dell'intera operazione, anche lei incriminata per corruzione: «Lui in ufficio fa poco o niente», si lamenta la Nigro.

«Il rapporto di lavoro instauratosi con la società è stato unicamente il prezzo pattuito per ricompensare il suo operato», scrive il giudice preliminare.

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