Cronaca locale

Tornano gli artisti di strada «La kermesse costa troppo»

Il centrodestra al Comune sulla nuova edizione di «Strà»: «Spendete 150mila euro, poi mancano fondi per i disabili»

In alcuni punti della città sono una presenza fissa tutto l'anno. Attirano i turisti, divertono i bambini, fanno compagnia a chi passa di lì abitualmente. Nell'ultimo week end di settembre però gli artisti di strada li noteremo di più: saranno ai margini delle vie ma al centro di un palcoscenico ideale, all'aria aperta, con 240 postazioni. Perché, dopo la prima edizione del 2014, torna «Strà», il festival dedicato all'arte di strada. Per sua natura diffuso, interesserà l'isola pedonale del Castello e il Parco Sempione, la Darsena e i Navigli, le vie attorno al Duomo. Un progetto voluto dall'assessorato allo Sport e tempo libero che ha affidato la direzione artistica alla fondatrice di Kataklò Athletic Dance Theatre Giulia Staccioli. E che ovviamente rientra nel calendario di ExpoinCittà.

«Gli iscritti alla nostra piattaforma online per la prenotazione delle postazioni cittadine, che è diventata un modello per tante altre città non solo italiane, sono già più di duemila», fa notare con soddisfazione l'assessore Chiara Bisconti. Che aggiunge: «In poco più di due anni Milano ha cambiato completamente volto, passando da luogo chiuso e ostile a punto di riferimento mondiale: oggi arrivano artisti da ogni paese per potersi esibire. L'arte di strada è una risorsa, anche economica, per la città». Ma a palazzo Marino non tutti accolgono con favore i circa 100 spettacoli gratuiti di acrobati, giocolieri, clown, contorsionisti, musicisti, ballerini, attori e visual artists. Soprattutto perché il festival ha un costo di 150mila euro: soldi pubblici dei cittadini, che il Comune spende «mentre mancano risorse per il sostegno ai disabili o per la manutenzione delle scuole», obietta il consigliere di Forza Italia Fabrizio De Pasquale. Analoga critica dal capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato: «Questa cifra non solo è spropositata in sé, ma anche offensiva a fronte della mole di tasse da cui i cittadini sono stritolati. Alla faccia di tutti i lavoratori che, in questi tempi di crisi, non hanno gli stessi stanziamenti». Per De Pasquale si riassume tutto nel motto latino «Panem et circenses»: la giunta Pisapia, per il consigliere azzurro, usa quest'evento per accattivarsi i cittadini in chiave pre-elettorale. Oltre che sul metodo, le critiche riguardano anche il merito della kermesse: «Milano sta riempiendo i suoi ambiti più monumentali - dal Castello alla Scala, dal Duomo a Corso Vittorio Emanuele - di attività che spesso appaiono più commerciali che artistiche. In alcuni casi si tratta di venditori ambulanti che non realizzano all'istante opere d'arte ma si limitano a venderle, in altri di karaoke rumorosi. E anche questo festival sarà un incentivo all'occupazione abusiva di spazi da parte di artisti di strada irregolari».

Il festival «Strà», comunque, parte: si inaugura venerdì 25 con le sculture-installazioni fatte di elementi di recupero di «BastardUnfamous» e la musica industrial dei Vulcanica Percussionisti al Cortile delle Armi.

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