Cronaca locale

La tradizione de laVerdi: Ruben Jais dirige «Messiah»

Il Maestro: «Händel sapeva dipingere le parole con la musica. Sarà un momento di grande poesia e bellezza»

Viviana Persiani

L'Avvento è il tempo liturgico che precede il Natale e se, per tutti i cristiani, è un periodo preparatorio alla Natività, per gli amanti della musica sinfonica rappresenta un momento di grande e duplice attesa. Mancano pochi giorni al 20 dicembre quando, all'Auditorium di Milano, il Maestro Ruben Jais dirigerà L'Ensemble strumentale e vocale nell'esecuzione del «Messiah», tradizionale appuntamento natalizio, con la composizione oratoriale nella sua versione originaria. Händel presentò per la prima volta l'Oratorio per soli coro e orchestra il 13 aprile del 1742 a Dublino, in occasione di una raccolta fondi.

Il genio tedesco della musica, naturalizzato inglese, nel 1711, aveva rappresentato il «Rinaldo», prima opera di Händel presentata Londra e che ne decretò il grande successo come operista in lingua italiana. Bisogna aspettare oltre un ventennio prima della nascita degli oratori in lingua inglese, sotto la spinta innovativa della Beggar's Opera.

Sesto di una serie di composizioni sacre, «Messiah» rappresenta la celebrazione della figura del Cristo, a partire dalla Natività per proseguire, nella seconda parte, con la Passione e la Morte di Gesù, per chiudere con le riflessioni sul giudizio universale e la resurrezione dei morti, offrendo un riassunto dell'escatologia cristiana, dal peccato originario fino al giudizio. Ruben Jais ha voluto valorizzare la celebre e splendida partitura rispettandone l'essenza: «Da quel lontano 1742 - spiega Jais - il capolavoro handeliano, che il compositore ha scritto in soli 15 giorni, è cresciuto di organico diventando, con il tempo, un'esecuzione monumentale. L'ensemble de laBarocca, invece, è perfetto per la versione originale, della quale manteniamo inalterata la parte musicale». Il viaggio attraverso la spiritualità è interpretato perfettamente dalla musica.

«Händel sapeva dipingere le parole con la musica, legando il testo alla frase musicale - aggiunge Jais. Il Messiah è una partitura molto popolare, con momenti di grande poesia e bellezza molto conosciuti, oltre alle arie e i cori gestiti in modo magistrale attraverso una mescolanza e un'interpolazione del materiale davvero unica. Ad esempio, sorprende sempre l'aria del soprano di apertura della terza parte: di questa sezione, governata da pathos e da atmosfere buie, ci si aspetterebbe un'altra interpretazione musicale. Händel, invece, con grande genialità, optando per un'aria semplicissima, ha preferito la sublimazione con una voce sola e angelica. Ogni volta che dirigo il Messiah mi rendo conto di come, anche il minimo dettaglio non sia lì per caso, ma parte integrante di un capolavoro, impreziosendo, come una gemma, l'intera composizione».

La stagione de laVerdi è costellata di appuntamenti consacrati alla musica sacra, ma non solo: «Il nostro pubblico - conclude - aspetta di applaudire l'esecuzione del Messiah, ma è molto attento anche agli altri appuntamenti di musica sacra.

Ricordo la Passione, il Requiem, senza dimenticare l'immancabile appuntamento con la Nona Sinfonia di Beethoven, il prodigioso capolavoro della storia della musica in programma alla fine di dicembre all'Auditorium e eseguito dall'Orchestra Sinfonica e dal Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi diretti dal maestro Elio Boncompagni».

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