Cronaca locale

«Tri-p», viaggio tra la musica e i paesaggi del pianeta Terra

Entra nel vivo la rassegna internazionale dedicata alla Natura. Dal Sahara gli «erranti» Tinariwen

Luca Testoni

Il deserto è la loro vita. La loro essenza. La loro identità. Non c'è da sorprendersi se Ibrahim Ag Alhabib e compagni abbiano scelto di chiamarsi Tinariwen, «deserti» nella lingua dei Tamashek, la popolazione semi-nomade berbera del Sahara che vive nel nord-est del Mali. Né tantomeno se il Festival du Désert, che fino a qualche anno fa si svolgeva ai primi di gennaio tra le dune dell'oasi maliana di Essakane, è stato il palcoscenico che li ha imposti a livello internazionale all'inizio del nuovo secolo.

In realtà, la storia dei Tinariwen viene da lontano e ruota attorno alla figura ribelle e carismatica di Ibrahim Ag Alhabib.

È lui l'anima del gruppo in concerto questa sera (dalle 21) nei giardini della Triennale per la terza edizione del Festival Tri-P. La rassegna, giunta alla terza edizione, prende le mosse dal tema conduttore della XXII Triennale di Milano Broken Nature e approfondisce attraverso la musica i legami che uniscono gli uomini all'ambiente naturale. Il «guerrigliero del deserto» costretto all'esilio sin da bambino, da quando suo padre fu ucciso dai soldati del Mali ai tempi della prima rivolta berbera, nei primi anni Sessanta, perché sospettato di fornire munizioni ai ribelli. Inutile sottolineare che per Ibrahim la «gioventù errante» tra Algeria e Libia non sia stata facile. E lo stesso discorso vale per la maggior parte dei Tamashek (berberi o tuareg) suoi coetanei, una sorta di «Generazione X» obbligata a una vita da esuli e di stenti, complice l'instabilità politica e l'assedio della modernità che ha sfilacciato i legami sociali e ha finito per disgregare quel popolo che crede da sempre che il deserto è stato creato da Dio per trovare la propria anima.

Tra i pochi motivi di conforto per Ibrahim c'è sempre stata la musica, la sua grande passione: le melodie tradizionali degli «uomini liberi del deserto» e il blues di Ali Farka Touré; il raï ascoltato nelle taverne algerine di Orano e il chaabi marocchino, ma anche il rock con le chitarre elettriche e il pop occidentale. Tutta musica poi confluita nel sound dei Tinariwen, ben presto trasformati nei «soldati-musicisti» del Movimento popolare dell'Azawad, che perorava la lotta contro il governo del Mali per l'emancipazione delle regioni del Sahara.

Ormai l'etno-rock'n'roll del collettivo Tamashek è diventato a suo modo un classico.

Le prossime date del Tri-P Festival? Il 22 luglio, con la band dell'Arizona dei Calexico, simbolo di un songwriting che parte dal folk e abbraccia un po' tutti i generi limitrofi, dal blues al suono desertico tex-mex; e, il 2 settembre, agli Arcimboldi, Mike Patton, che con il progetto Mondo Cane porterà la sua personale cultura musicale rivisitando alcuni classici della canzone d'autore italiana.

Commenti