Cronaca locale

«Troppa superficialità nel sesso I sentimenti? Vanno insegnati»

Il neuropsichiatra denuncia la mancanza di valori Invito a scuole e famiglie: ripartiamo dall'educazione

Ha ascoltato centinaia di storie e aiutato chissà quanti giovani ad affrontare i loro disagi psicologici. Alessandro Albizzati, neuropsichiatra infantile dell'Asst Santi Carlo e Paolo e responsabile del progetto Saga, il servizio di accompagnamento genitorialità in adolescenza, ha una diagnosi precisa per il male che affligge le ultime generazioni: «Analfabetismo emotivo».

Analfabetismo emotivo. Un male gravissimo. C'è una cura?

«La cura c'è e si chiama educazione ai valori e ai sentimenti. Ma vanno curati prima i genitori che i figli».

Dottor Albizzati, ci stiamo abituando a notizie di adolescenti che fanno sesso in cambio di regali, a ragazzine che si filmano nude in cameretta, a giovani che cambiano partner ogni settimana. Cosa sta succedendo?

«I segnali che ci arrivano sulla promiscuità dei rapporti degli adolescenti sono fortemente preoccupanti. Ma, ripeto, non prendiamocela solo con i giovani. La responsabilità è spesso dei genitori. Da anni facciamo i conti con un mondo di adulti che sono eterni ragazzini».

Troppa apparenza? Troppo materialismo?

«C'è un impoverimento dei sentimenti. Ogni cosa viene mercificata e le ragazzine seguono alla lettera questo filone. Cercano il loro tornaconto e danno il loro corpo in cambio di qualcosa. Per loro è normale. Ovviamente il discorso non va generalizzato a tutti gli adolescenti: ci sono tanti giovani in gamba e impegnati socialmente».

Manca educazione nelle scuole?

«Viene fatta ma è troppo tecnica. Più che insegnare come sono fatti l'apparato genitale maschile e femminile, cosa che i ragazzi sanno già navigando su Internet, si faccia educazione ai sentimenti. L'educazione a scuola è deficitaria, mal organizzata».

C'è un allarme educativo?

«Save the children, nel suo ultimo rapporto, parla di una nuova povertà. È la povertà di educazione».

Cosa pensa dei casi di cyberbullismo e delle foto hot che vengono pubblicate sui social network?

«Tanti giovani non si rendono conto delle conseguenze dei loro atti».

Parla delle ragazzine che si fanno fotografare nude?

«Parlo di loro. Ma parlo anche dei bulli che usano quelle foto e le divulgano. Nemmeno loro sanno gestire le conseguenze delle loro azioni. Mi sono capitati casi di cosiddetti bulli che hanno tentato il suicidio. In sostanza, siamo di fronte a una generazione molto emotiva e poco riflessiva».

Che adulti diventeranno?

«Ora sono fragili. Chi soffre però sa lavorare su di sè. E magari diventerà un'ottima persona. Però chi ora fa qualcosa per ottenere qualcos'altro, può essere che faccia così per tutta la vita, con un forte cinismo. E magari diventerà pure una persona di successo. Di successo ma con pochi valori».

Una considerazione: in un mondo povero di valori come quello che descrive, ben vengano le adolescenti che non interrompono la gravidanza. Hanno sbagliato ma se ne assumono la responsabilità.

«In un certo senso sì. Portare avanti la gravidanza e allevare un bambino è un elemento di crescita, di responsabilizzazione. Ma alcune giovani, che hanno abbandonato la scuola e non lavorano, cercano un figlio per trovare un senso e avere un ruolo sociale, soprattutto nelle periferie».

MaS

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