Cronaca locale

«Turismo, lavoro e sicurezza. La cura per Como»

Parla il medico scelto dai moderati per riconquistare la città: «Ora è in sofferenza»

Sabrina Cottone

Mario Landriscina, 63 anni, medico, sposato con due figli, direttore del dipartimento di emergenza del Sant'Anna e coordinatore del 118 per la macroarea dei laghi. Comasco da due generazioni, di famiglia paterna pugliese, è al suo debutto in politica come candidato sindaco del centrodestra.

Como è una città splendida eppure in tanti la ricordiamo deturpata da paratie che è meglio chiamare muro...

«Su questo dirò una cosa sola: la Regione ha preso in carico il problema e da giugno la passeggiata sul lago sarà restituita a tutti. Noi intendiamo puntare molto sul brand lago di Como e sul turismo. Insieme alla sicurezza, il sostegno all'industria manifatturiera, soprattutto la seta, sono i punti qualificanti del nostro programma».

Come ha deciso il salto dall'ospedale alle elezioni?

«I partiti del centrodestra riuniti, Fi, Fdi e Lega, me l'hanno proposto tutti insieme e io ne sono stato lusingato, anche per il significato politico».

Allora avrà accettato immediatamente...

«Di solito da medico emergenzista decido in pochi secondi ma questa volta mi sono preso quattro mesi di tempo perché volevo ragionare e a dicembre ho sciolto la prognosi. Mi chiedevo: sarò capace? Come mai lo chiedono proprio a me?».

Che cosa si è risposto: perché l'hanno chiesto proprio a lei?

«Penso perché ho un lavoro in cui sono necessarie sinergie, siamo in tanti, e io ho cercato di sviluppare buone relazioni con tutti, anche vigili del fuoco, polizia. Serve capacità di trovare la quadra».

Che fa? Parla come Bossi?

«È un modo di dire comasco. Mi hanno messo la divisa della Lega.. però anche di Fratelli d'Italia, di Forza Italia, perché ho dovuto ascoltare tutti».

Che cosa ha votato finora?

«Sempre centrodestra. Ma se devo essere un buon padre di famiglia, non posso dire di più».

Il suo avversario, l'imprenditore Maurizio Traglio, noto anche per la vicenda Alitalia, è stato vicino al centrodestra. La preoccupa?

«Siamo sette candidati e ho grande rispetto per tutti. Lui ha lasciato intendere che una parte di elettori da destra lo seguirà, ma se in pochi anni è passato da noi a Passera a Giannino e ora è con una lista civica legata al Pd, credo che il tema della sua coerenza non sfuggirà a chi vota».

Como è una città di frontiera e soffre sulla pelle le condizioni dei migranti.

«È un problema del governo. Abbiamo un campo d'accoglienza governativo in cui hanno operato forze di polizia e Croce rossa. Hanno fatto un gran lavoro ma la città ha sofferto, manifestato nervosismo e difficoltà».

Se venisse eletto, come pensa di affrontare il tema?

«Non ci sottrarremo alla responsabilità di assicurare una tutela ai minori non accompagnati. Ma ricordo che la città, per svolgere questo ruolo, ha attinto oltre un paio di milioni di euro del suo patrimonio sottratti ad altri bisogni sociali di poveri e fasce deboli. Chiediamo che lo Stato ripiani questi costi e non mandi più altre persone che non hanno interesse a integrarsi nel rispetto delle regole, ma arrivano solo nella speranza di transitare di transitare in altri Stati d'Europa, dove li respingono puntualmente.

Ricordino che qui siamo al confine con uno Stato che non vuole più far passare i migranti».

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