Cronaca locale

Valanga di proteste (e nessuna risposta)

Più che ad un sito di servizio, somiglia a un dazebao. Le tante domande dei milanesi su Area C dovrebbero avere un interlocutore privilegiato: il sito web destinato a fornire risposta ai tanti, prevedibili dubbi degli automobilisti. E dove invece le richieste di aiuto restano nove volte su dieci senza risposta. Mentre ampio spazio viene riservato a propagandare le virtù del provvedimento antitraffico della giunta di Giuliano Pisapia.
Basta un rapido giro sul sito www.areacmilano.it per avere un campionario delle molte difficoltà incontrate dai milanesi (e non milanesi) alle prese con la tassa d'accesso alla Cerchia dei bastioni: dalla difficoltà nel pagare prima alle difficoltà nel pagare dopo, agli errori degli operatori che si riversano sugli utenti. Domande che quasi mai ottengono soddisfazione. Esiste un elenco di risposte precotte, che poco o nulla aggiungono a quanto tutti sanno. Ma per chi vuole approfondire questo o quel tema, o segnalare un disservizio, la casella delle proteste è piena, e quella delle risposte praticamente vuota.
A questo punto diventa interessante chiedersi: chi c'è dietro il sito? Chi lo gestisce? In quali rapporti formali e sostanziali (intesi come quattrini) con l'amministrazione comunale? Il sito si presenta, all'apparenza, come un sito pubblico a partire dal logo dell'Area C, che svetta sull'home page: che è un logo di proprietà del Comune di Milano e ovviamente non può essere utilizzato all'insaputa di Palazzo Marino. Alle attività municipali, d'altronde, rimandano i collegamenti ad altri siti come quello dell'Atm. E oltretutto viene offerta la possibilità di scaricare sugli smartphone l'applicazione Area C. Bisogna arrivare in fondo all'home page per trovare scritto piccolo piccolo che «areacmilano.it non è un sito istituzionale», e che «per visitare il sito ufficiale» bisogna andare su areac.it: peccato che così facendo si approdi su una triste paginata del sito del Comune, priva di qualunque possibilità di dialogo con gli utenti.
Insomma, l'unico canale di comunicazione sulla zona a traffico limitato resta areacmilano.it, sito «non istituzionale», ma nato evidentemente con la benedizione del Comune (a meno che non si tratti di un singolare caso di pirateria informatica: ma non si direbbe). Non a caso, è su questo sito che si viene indirizzati come prima risposta da Google, il principale motore di ricerca. E così diventa ancora più notevole la mancanza di risposte a molte delle segnalazioni.
Ma la visita al sito rimane comunque una lettura istruttiva, proprio perché offre uno spaccato in diretta dei problemi irrisolti con cui gli automobilisti devono fare i conti al momento di entrare nel centro di Milano.

Esiste, all'interno del sito, anche un forum dove sostenitori e detrattori dell'iniziativa se ne dicono di tutti i colori: come è stato fin dall'inizio, e come probabilmente continuerà ad essere. Ma alle domande, perché non risponde nessuno?



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