Cronaca locale

«Vi spiego la mia Italia diversamente onesta»

Gene Gnocchi in scena è «Il Procacciatore» Quelle slide tragicomiche tra sesso e politica

Antonio Bozzo

«Il mio nuovo spettacolo? Ha una struttura semplice. Il conferenziere vuol dare speranza, come il Tom Cruise di 'Magnolia'. Peccato che alle slide si alternino, per errore, degli sms privati, come succede tra moglie, amante e marito. E il pubblico vede tutto. Ne viene fuori un casino». Gene Gnocchi liquida così Il procacciatore, da oggi al 3 dicembre al Parenti, dopo il rodaggio in provincia. Ci sarà da ridere: Gnocchi, caustico e sornione, è uno dei migliori satirici, come dimostra in tv nella copertina comica per "Dimartedì", su La7. È tornato

Berlusconi, alla grande. Una festa per chi lo sbertuccia a colpi di satira. «Berlusconi non si lascia scalfire da nulla», dice Gnocchi. «Non ci sono riusciti nelle aule di giustizia, figuriamoci la satira. Ora non dispiace neppure all'arcinemico Scalfari, che lo preferirebbe a Di Maio. Mah! La lucidità di Scalfari non è più quella dei bei tempi». Gnocchi gira l'Italia da decenni, chissà che idea si è fatto della caduta verticale della politica. «C'è un inviperimento verso la classe politica. La gente non va più a votare. Pensa che i candidati siano peggio di loro. Non era così, un tempo. Il politico era più colto, più bravo del cittadino normale. Lo so, per la mia generazione dalla cattiva politica si esce sempre con la politica, non fuggendo dalle urne. Ma i giovani la pensano diversamente». L'Italia fuori dal Mondiale, una vergogna. Gnocchi ci regala una battuta. «Sapete perché la nazionale di curling è stata ammessa alle Olimpiadi? A giocare c'erano i calciatori azzurri di Italia-Svezia, bravi davvero». Avviso a chi andrà al Parenti per applaudirlo: portate pure lasagne o torte fatte in casa. «In teatro mi pagano in natura. Non scherzo: mi portano cacciotte, bottiglie di vino, carciofini sott'olio. Ho la casa piena di regali. Tutti sanno che in teatro si guadagna poco». Gnocchi e le denunce di molestie verso il produttore Weinstein. «Lo confesso nello spettacolo - scherza Gene il terribile - ho preso in subappalto un po' di molestie di Weinstein, poverino. Aggiungo che faccio il toy boy e mi pagano con regolare fattura». Parliamo di pancetta, quella sotto la camicia. «Mi tengo in forma con il tennis», dice lo sportivo Gnocchi. «La mia famiglia gestisce una trattoria a Fidenza - torta fritta, prosciutto, salame - difficile resistere». A Fidenza, in effetti, la trattoria tentava anche le Miss, quando il concorso si teneva a Salsomaggiore. Gnocchi ama scherzare, per lui ogni momento è spettacolo. Ma c'è chi dice che la sua vera anima sia quella dello scrittore: comico sarebbe soltanto un'incarnazione, neppure la più fedele. «Scrivo libri, vero. Il mio scrittore da comodino è un grandissimo dimenticato: Daniil Charms. Legga il suo 'Casi' e capirà che vette». Gnocchi è in libreria con «Il petauro dello zucchero», uscito per La Nave di Teseo, casa editrice con Eco in catalogo. E c'è chi aspetta un tomo filosofico che potrebbe intitolarsi «Verrà la morte e avrà i tuoi Gnocchi». Il libro è un dizionario. «Il petauro è uno scoiattolo volante. Mi sono divertito a raccontare alla mia maniera il mondo di oggi attraverso le parole».

Come fece Flaubert.

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