Cronaca locale

In viaggio sull'Oltregiogo tra i vari volti della dolcezza

Gelati, amaretti di Gavi e baci di dama le specialità di due città ispirate a tradizioni liguri e piemontesi

In viaggio sull'Oltregiogo tra i vari volti della dolcezza

Conoscete l'Oltregiogo? È quell'area del basso Piemonte appartenuta per quasi tre secoli alla Repubblica di Genova (1529-1797, anno in cui cadde la Superba) e che ora raggiungiamo rapidamente con la A7. Due città interessano il Viaggiatore Goloso: Novi Ligure leggermente più a ovest di Serravalle Scrivia, l'antica Libarna. A Novi, centro di villeggiatura delle famiglie genovesi, molti palazzi testimoniano queste frequentazioni. Non per nulla era chiamata «la piccola Genova». Tra le eredità, la focaccia novese che qua reputano migliore della cugina genovese. Abbinata al Gavi Docg è perfetta. Novi città dolciaria, a livello industriale - Pernigotti, Elah-Dufour - e soprattutto artigianale. Gabriele Ancarani, alla Pieve è famoso per le sue torte da matrimonio e per l'uovo con le pagliuzze d'oro vero (commestibili), per gli amaretti di Gavi, i baci di dama. E tanto altro.

La basilica della Maddalena fu edificata tra il XV ed il XVI secolo dalla Compagnia dei Disciplinati della Maddalena. Semplice la facciata, ricchissimo l'interno della chiesa in cui ammiriamo il grandioso complesso ligneo del Calvario. Realizzato da artisti fiamminghi verso la fine del Cinquecento, il gruppo scultoreo comprende 21 figure umane e due cavalli a grandezza naturale. All'interno della chiesa, poi, è conservato un interessante plastico di Novi Ligure del 1750, con le mura e i quattro punti d'accesso.

A pochi passi dalla basilica, il ristorante all'Ulivo ci accoglie con piatti che accarezzano la tradizione piemontese e quella ligure: polpo su crema di cannellini con sedano caramellato; risotto al Montebore; filetto di scottona. A proposito di intrecci tra Genova e Oltregiogo, il cioccolato Bodrato nacque a Genova nel 1943 e si trasferì da queste parti negli anni '70. Ulteriore svolta nel 2001 quando la proprietà passa a Paola e Fabio Bergaglio. I due fratelli danno nuovo impulso al marchio trasformando il laboratorio in un'azienda in equilibrio tra l'artigianalità delle origini e la modernità dei macchinari (tutta tecnologia ecosostenibile) e delle idee. Ma da queste parti la dolcezza ha varie forme. Anche quella di un grande gelato come alla gelateria Lombardi. Oltre alle prelibatezze sotto zero, tutto dalla colazione alla merenda, croissant, vitel tonnè, torte salate e miscele di caffè con variazioni golose: Lombardino, espresso guarnito con crema al mascarpone.

Chi non conosce l'outlet di Serravalle? Accanto ai 180 negozi presi d'assalto da turisti e fan dei saldi, c'è il temporary store delle Dolci Terre, con le eccellenze della zona. Seguendo ancora la dolcezza entriamo alla storica pasticceria Carrea dove si passa dai classici alla focaccia al Timorasso fino ai dolci di Natale, come la ciambella alle marasche e al panettone al Timorasso (e come, se no?).

Le antiche tradizioni resistono anche per i carnivori. Alla macelleria Maurizio Gastaldo, oltre a alle selezioni dei migliori tagli, salumi e formaggi, troviamo la «ciapilaia», uno stufato di carne battuta, cipolle e altre verdure, che ha un'origine collegata al famoso bandito Mayno della Spinetta, fuorilegge romanzesco che imperversava con la sua banda durante la dominazione napoleonica.

Andiamo più indietro, con la storia, visitando l'area archeologica di Libarna. In questo importante sito sono visibili le strutture monumentali dell'anfiteatro e del teatro. Posta in prossimità di una arteria stradale e di un nodo ferroviario, Libarna mantiene intatta la posizione strategica che aveva in età imperiale, quando si trovava lungo la fondamentale via Postumia. Libarna era una città ricca, densamente abitata e molto frequentata. Gli scavi per la costruzione della Strada Regia dei Giovi (1820-1823) ed in seguito della ferrovia Torino-Genova (1846-1854) hanno portato alla luce i segni della grandezza passata. Il teatro poteva ospitare fino a 3.800 spettatori, l'arena 7mila.

Chiudiamo il viaggio goloso-curioso a Villa La Bollina, azienda agricola (28 ettari di vigneto), parco, campo da golf (9 più 3 buche), hotel in una villa stile liberty un tempo appartenente ai marchesi Figari di Genova.

Al ristorante ancora un menu sospeso tra sapori di Piemonte e Liguria: raviolini del plin al barbaresco, hamburger di fassona, stoccafisso «alla nostra maniera».

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