Cronaca locale

Vigili in fuga da Milano. Stress, salari bassi e nessuna gratificazione

Oltre duecento domande di trasferimento. I sindacati: "Segnale da non trascurare"

Vigili in fuga da Milano. Stress, salari bassi e nessuna gratificazione

Sono più di 200 su 3mila agenti di polizia locale i vigili che hanno chiesto il trasferimento presso altri enti o servizi. Un numero cospicuo di ghisa che dopo i 5 anni, che devono passare per legge dall'entrata in servizio, chiede di cambiare comando di appartenenza. Tradotto: città. E che va ben oltre la quota cosiddetta «fisiologica» di dipendenti provenienti da lontano che, una volta assunti, chiede il riavvicinamento a casa per motivi personali o famigliari. Ecco, il numero di «comandi» negli ultimi due anni è addirittura triplicato, passando appunto da una trentina a 90.

A questi numeri si aggiungono tra le 100 e le 150 domande di mobilità ovvero le domande di trasferimento presso altri enti, come la Regione Lombardia o altri servizi, come per esempio il servizio doganale o la Motorizzazione. Si tratta di passaggi per cui è necessario il nulla osta del comune di appartenenza e che vengono concessi solo per motivi di salute o famigliari particolarmente gravi. Ma l'aspetto che colpisce è che mentre un tempo Milano era una città ambita dai vigili, perché offriva agli agenti possibilità di accrescimento professionale e uno stipendio più alto ora le cose non stanno più cosi e anzi i ghisa più giovani, decidono di andarsene per prestare servizio altrove. Solo nella nostra città, infatti, c'era la possibilità di un guadagno maggiore, dal momento che il salario è regolato sulle presenze (se si sta in malattia si perdono anche 300 euro in un mese), rimpinguato da qualche ora di straordinario ogni mese e dai cosiddetti «progetti». Insomma Milano per i ghisa era una città che chiedeva tanto ma che, al tempo stesso, era capace di riconoscere l'impegno e i sacrifici. Ora non è più così.

I motivi? Lo stress e la fatica che prestare servizio in una città grande e complessa come Milano comporta non sono ripagati nemmeno dal punto di vista economico. I dipendenti comunali sono quelli pagati meno tra i dipendenti pubblici, il Comune ha tagliato gli straordinari e considera i vigili come degli «amministrativi con la pistola». Eppure i ghisa svolgono svariate mansioni: dagli sgomberi delle case popolari alla gestione del traffico, dalle sanzioni ai controlli anticontraffazione, dagli arresti alle funzioni di polizia giudiziaria. I vigili si sono trovati anche a sedare risse tra balordi, a venire minacciati da spacciatori o balordi ben inseriti nel racket delle occupazioni, a fare servizi di ordine pubblico o a eseguire arresti in flagranza di reato.

Rischiando in prima persona, senza di fatto essere stati equiparati alla forze dell'ordine, quanto meno a livello di tutele e trattamento. Ecco allora che per molti evidentemente la vocazione e la motivazione non valgono i compiti complessi e lo stipendio troppo baso. Prestare servizio per la regione per esempio frutta circa 200 euro in più al mese, così lavorare alle dogane.

«Il fatto che ora gli agenti se ne vogliano andare da Milano - commenta Daniele Vincini, segretario regionale del Sulpm - dovrebbe far riflettere l'amministrazione su come vengono trattati. L'introduzione del badge, inutile per un corpo che vanta un tasso di assenteismo pari al 4 per cento, il più basso d'Italia, le polemiche sul taser che ci hanno fatto passare per torturatori, il nuovo concorso per ufficiali che non riserva una quota agli interni sono schiaffi al corpo, che si sente umiliato da questa amministrazione.

Il nostro invito al comune è di fermarsi a riflettere e di trovare dei correttivi».

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