Cronaca locale

Vitalizi, gli ex consiglieri contro il ministro Martina

Vitalizi, gli ex consiglieri contro il ministro Martina

Minacciano di presentare altri due ricorsi al tribunale ordinario e alla Corte dei conti, ma si dicono anche disposti a ritirare le oltre cinquanta firme da quello già presentato al Tar. Continua la battaglia degli ex consiglieri regionali alla legge che ha tagliato i loro vitalizi in media del 10 per cento. E ieri alla conferenza stampa convocata dal segretario Alessandro Patelli con Luigi Corbani, Giorgio Valaguzza e l'ex leader del Sessantotto Mario Capanna, hanno offerto una rinuncia ai ricorsi in cambio della stesura di una nuova legge che preveda la creazione di un fondo dove far convergere i versamenti volontari. Che però non faccia finire i soldi «nel calderone della Regione», ma li destini a borse di studio per facoltà universitarie e professioni. Ma, ha spiegato Patelli, non solo con i risparmi della sforbiciata ai vitalizi degli ex, ma anche con quelli degli attuali consiglieri e di chi andandosene dal Pirellone si è affrettato a ritirare i contributi versati. «Magari andando a vedere - l'invito di un Capanna battagliero - anche un ministro di oggi». Non velata allusione all'ex consigliere pd Maurizio Martina, oggi nel governo Renzi, che nel luglio del 2013 ha ritirato 87.900 euro. Così come avevano fatto Renzo Bossi e Nicole Minetti. Nulla di non consentito dalla legge, hanno sottolineato gli ex consiglieri che si sono però detti «stanchi di essere descritti come quelli che hanno affossato le casse pubbliche», mentre i consiglieri in carica non sono delle «vergini immacolate». Spiegando poi che la legge «non ha diminuito i costi della politica». Per Corbani «nel 1995 la nostra indennità, rivalutata al 2015, era uno stipendio netto di 3.650 euro, mentre oggi è di 7.950». Aggiungendo che «il vitalizio non è un regalo, ma il frutto di una trattenuta del 25 per cento», mentre gli attuali consiglieri «ricevono un rimborso spese di 4.200 euro che è per tutti, è esentasse e non necessita di giustificazioni». Perché all'abbassamento degli stipendi, scesi da 8.531 euro a 6.600 per l'indennità di carica, era corrisposto un lievitare dei rimborsi da 2.341 a 4.500 euro netti forfait ed esentasse. A cui magari aggiungere 2.700 euro di indennità di funzione. Per Capanna «nessun attaccamento ai 100 o 200 euro, ma una battaglia sui diritti acquisiti». Ma per il cinquestelle Stefano Buffagni «gli ex consiglieri devono vergognarsi: non sono pensionati, ma privilegiati visto che anche con una sola legislatura si sono assicurati una vecchiaia d'oro.

I vitalizi non sono pensioni e a dirlo, oltre al M5S, sono la Corte costituzionale e la Cassazione».

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