Cronaca locale

"Volevo solo omaggiare un genio ed ecco la foto di una generazione"

Il romanziere: «Tra loro c'era Sant'Elia, un talento assoluto»

"Volevo solo omaggiare un genio ed ecco la foto di una generazione"

Biondillo, com'è nata l'idea di «Come sugli alberi le foglie»?

«A un certo punto ho realizzato che il 10 ottobre 1916 moriva Antonio Sant'Elia, eroe della Patria, due medaglie d'argento al valore militare, per me già da studente di architettura un vero e proprio mito. Non ha mai costruito niente, ma i suoi progetti tolgono ancora oggi il fiato. L'arte da Fritz Lang a Blade Runner è arrivata dopo. Ho voluto occuparmi di lui che è un genio sconosciuto agli italiani, se non agli addetti ai lavori».

In termini di lavoro cosa ha comportato la realizzazione di questo romanzo?

«Un grosso impegno sul campo. In questi casi bisogna tornare negli archivi, nelle biblioteche, incontrare i parenti e gli eredi. Mi hanno fatto vedere le cartoline dal fronte, e sono andato dove è morto, ho visitato diversi musei. Volevo scrivere su di lui invece ho scritto una specie di elenco del telefono, un libro su una generazione. Perché in quel momento c'erano tutti: Cesare Battisti, Benito Mussolini, Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda. Una storia popolata di genii e uomini sconosciuti».

Ispettore Ferraro a parte, il suo viaggio letterario dove la porta?

«Ho scritto una fiaba per bimbi, un libro sull'Africa, ho fatto il giro della tangenziali di Milano a piedi e un'antologia di racconti erotici. Ci sono delle storie che vanno raccontate utilizzando la formula del noir e allora utilizzo il mio personaggio seriale, altre volte no».

Nelle sue storie Milano c'è spesso...

«Sono profondamente radicato a questa metropoli perché reputo che sia una città che riesca a essere metafora della nazione. Le prime cose succedono qui. E ho la sensazione che la metropoli si sia svegliata. Se resta sveglia si sveglia pure la testa del pachiderma. Dopo Berlino è il più grande cantiere d'Europa. E non parlo solo dell'Expo, penso a Milano City, Porta Nuova, a quel che succederà con gli ex scali ferroviari».

Sta lavorando a nuovi progetti?

«Sì, sto lavorando sull'idea di un'associazione di Bollate, l'«Ora Blù». Ricordare i 25 anni dalla scomparsa di Paolo Borsellino. Il magistrato muore nel 1992 per colpa di un attentato terribile e sparisce la sua agenda rossa. Questi amici di Bollate vogliono partire in bicicletta da Milano, attraversare l'Italia, arrivare a Palermo il 19 luglio, il giorno della tragedia, e restituire un' agenda rossa dove ognuno può scrivere quello che vuole.

Inoltre vogliamo fare un'antologia di racconti di scrittori che faranno il percorso».

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