Cronaca locale

"Wc pubblici, chiarezza sullo strano bando"

FdI contesta l'avviso lampo lanciato a fine mandato e bloccato dai ricorsi

"Wc pubblici, chiarezza sullo strano bando"

«Ormai tocca aspettare la sentenza ma il sindaco su questa intricata vicenda dovrà fare chiarezza in Consiglio». Nel mirino del consigliere di FdI Andrea Mascaretti c'è il bando lanciato in piena estate 2021, e praticamente alla fine della prima giunta Sala, per raccogliere proposte di sponsorizzazione per 70 bagni pubblici automatizzati in città. Progettazione, fornitura, posa in opera, gestione e manutenzione a costo zero per il Comune. Si tratta di recuperare o sostituire 49 «vespasiani» malandati da anni e installarne 21 ex novo, la mappa è stata disegnata con un occhio di riguardo a periferia e zone di movida. Investimento stimato: 15 milioni a fronte di una concessione in gestione per 18 anni dei wc, gestiti da remoto h24 e con ingresso gratis per gli utenti (stop alla moneta da 10 centesimi). In cambio lo sponsor avrà a disposizione 97 impianti pubblicitari digitali. Il bando è stato pubblicato il 20 luglio dell'anno scorso. «Già allora - ricorda Mascaretti, che sulla vicenda ha fatto una richiesta di accesso agli atti per capire lo stato dell'arte - avevo fatto presente che dopo essersi disinteressati dell'emergenza wc pubblici segnalata da tassisti e altre categorie durante la pandemia, era incomprensibile il lancio in tutta fretta di un bando, in piena estate e ormai a fine mandato. A meno di conoscere in anticipo l'esistenza di un piano di quel tipo, molte ditte a un passo dalle ferie si sono trovate automaticamente escluse, richiedeva uno studio complesso e un accordo di fiducia tra società di costruzioni e pubblicitarie. L'interesse di un Comune dovrebbe essere la massima partecipazione». E potevano partecipare peraltro solo aziende nel settore costruzioni con almeno 1,5 milioni di fatturato annuo. Sono arrivate tre proposte: da MediaOne, Ati tra Vox Media e A&C Networks, Urban Vision. E la Commissione giudicatrice lo scorso 1 marzo ha indicato prima in graduatoria proprio Urban Vision. Nella risposta a Mascaretti il Comune ricorda che contro delibera e avviso erano stati presentati nel frattempo ricorsi (anche da Clear Channel, che non ha partecipato) accolti il primo aprile dal Tar. Secondo i giudici era obbligatorio quantificare non solo l'investimento ma anche il valore della contropartita per lo sponsor. Il Comune il 3 maggio ha presentato appello al Consiglio di Stato. «Riteniamo che il valore della pubblicità sia enormemente superiore al costo dei lavori, è stata una scelta bizzarra mettere insieme le due cose - contesta Mascaretti -. Tempi e modalità bizzarre.

Un pasticcio che allungherà ancora i tempi per dotare la città di bagni idonei».

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