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Bando migranti, big del web sfidano Trump in tribunale

Più di 90 imprese statunitensi hanno depositato in tribunale un ricorso contro il "Muslim ban" varato dall'amministrazione Trump

Bando migranti, big del web sfidano Trump in tribunale

Ancora alta tensione negli Stati Uniti per il "Muslim ban" di Trump. Questa volta, dopo lo stop da parte di alcuni giudici che hanno bloccato il prvvedimento varato dalla Casa Bianca, a levare gli scudi sono 97 compagnie di primo piano che operano nel settore dell'hi-tech. Alcune imprese infatti hanno presentato una memoria congiunta per denunciare l’illegittimità del provvedimento. Tra i firmatari Apple, Microsoft, Google, Netflix, Snap!, Spotify, Uber, Airbnb e addirittura Twitter, il social network prediletto dal neo-presidente Usa. Non mancano peraltro grandi aziende attive in altri settori, come per esempio Levi Strauss, produttrice tra l’altro dei celebri blue-jeans omonimi.

Il documento è stato poi depositato presso la Corte d’Appello federale per il IX Circuito, competente per territorio in secondo grado rispetto alle decisioni della Corte per il Distretto Occidentale dello Stato di Washington: proprio la stessa cui appartiene James Robart, il giudice che venerdì scorso ha accolto un ricorso per incostituzionalità del bando presidenziale presentato da due ministri locali della Giustizia, quello del medesimo Stato di Washington e quello del Minnesota, bloccandone temporaneamente la validità sull’intero territorio nazionale.

Nella memoria si afferma che l’ordine atwittnti-islamico "viola le leggi sull’immigrazione e la Costituzione, e infligge danni significativi all’economia, all’innovazione e, come conseguenza, alla crescita americane". I firmatari sottolineano poi come "gli immigrati siano autori di molte tra le più importanti scoperte della Nazione, e creino alcune tra le società maggiormente innovative ed emblematiche del Paese". Gli Stati Uniti, proseguono, "hanno da tempo riconosciuto l’importanza di proteggere se stessi da coloro che vogliono nuocerci, ma lo hanno fatto mantenendo fermo il nostro fondamentale impegno a dare il benvenuto agli immigrati". Si avverte infine che il bando di Trump "renderà più difficile il reperimento di validi dipendenti nel resto del mondo, provocherà un aumento dei costi, e quindi ostacolerà la capacità di »competere sui mercati internazionali".

Insomma per il presidente si apre un nuovo fronte tutto interno agli Stati Uniti.

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