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In volo per intercettare jet turchi, caccia greco precipita in mare

Resta alta la tensione nell'Egeo. Il pilota del Mirage di Atene morto nello schianto

In volo per intercettare jet turchi, caccia greco precipita in mare

È l'ultimo episodio in una serie di provocazioni che da tempo si susseguono sull'Egeo quello durante il quale un Mirage dell'aeronautica militare greca è precipitato al largo delle Sporadi, a pochi chilometri dalla Turchia.

L'aereo da caccia era di ritorno da una missione durante la quale aveva intercettato due jet turchi che secondo le autorità di Atene avevano violato lo spazio aereo ed è sparito poco prima di poter tornare alla base da cui era decollato insieme a un secondo velivolo, a nove miglia nautiche di distanza dall'isola di Skyros.

È il ministro della Difesa greco, Panos Kammenos, a dire che il pilota del Mirage 2000-5 è morto nell'incidente. "È nel Pantheon degli eroi", ha scritto in un tweet dal suo profilo ufficiale, mentre la stampa diffondeva dettagli aggiuntivi sull'uomo caduto, identificato come Giorgos Baltadoros, 34enne capitano del 331esimo squadrone aereo, di stanza a Tanagra.

Stando alle dichiarazioni del ministro non ci sarebbe stato alcun duello in aria (quello che in gergo tecnico viene definito dogfight) con l'aviazione di Ankara. I jet si sarebbero allontanati alla vista dei Mirage e dal canto suo l'esercito turco sostiene che non ci fossero caccia con la mezzaluna su campo rosso nelle vicinanze.

Una rivalità di lungo corso

Fonti di entrambe le parti escludono che l'incidente sia avvenuto per via di un atto ostile, ma dall'altra parte è innegabile che ci sia tensione sull'Egeo. Lunedì scorso la guardia costiera greca ha sparato contro un elicottero turco che volava a bassa quota non lontano dall'isola di Ro.

A dicembre dello scorso anno Erdogan era arrivato ad Atene, in quella che era stata salutata come una visita storica e accompagnata da aspettative che non avevano retto a lungo. Il presidente turco, il primo negli ultimi 65 anni a mettere piede in Grecia, aveva dichiarato in un'intervista al quotidiano Kathimerini di essere a favore di una revisione del Trattato di Losanna, che nel 1923 fissò i confini dei due Paesi.

Non solo soltanto i confini, l'irrisolta questione di Cipro o lo status irrisolto di due scogli nell'Egeo a rendere difficili le relazioni tra Atene e Ankara, che hanno alle spalle una storia decisamente conflittuale.

Negli ultimi mesi la Grecia è diventata approdo per circa 2.000 turchi richiedenti asilo: molti sono seguaci di Fethullah Gülen, il predicatore che in Turchia è ritenuto la mente del fallito tentativo di colpo di Stato del luglio 2016. Ma ci sono anche oppositori politici e intellettuali come Sevan Nişanyan, evaso dal carcere e arrivato oltre confine a bordo di un'imbarcazione.

Più volte Atene ha risposto picche a richieste di estradizioni arrivate da Ankara.

Tra i casi più rilevanti quello di otto militari fuggiti in elicottero la notte del fallito colpo di Stato e atterrati ad Alexandropoulis, poco distante dal confine.

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