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Carola Rackete come Greta: ora fa l'ecologista

Dopo essere stata ospite di Corrado Formigli a Piazza Pulita, Carola Rackete ha partecipato allo sciopero globale per il clima a Berlino: "La Terra sta morendo e noi adulti siamo responsabili"

Carola Rackete come Greta: ora fa l'ecologista

Carola Rackete, la capitana della Sea Watch beniamina del partito Open Borders, segue le orme di Greta Thunberg - altra idola della sinistra chic - e si ricicla ecologista. C'era anche Carola Rackete allo sciopero globale per il clima a Berlino, a cui secondo gli organizzatori hanno partecipato nella giornata di ieri circa 80mila persone. "Noi adulti siamo responsabili per il fatto che la Terra sta morendo", ha detto Rackete rivolgendosi alla folla, invitando tutti a unirsi alla protesta del movimento Extinction Rebellion in programma per il 7 ottobre e promettendo che "non finirà qui". Intervistata da Corrado Formigli a Piazza Pulita l'altra sera, la 31enne tedesca ha sottolineato di non voler rispondere a Matteo Salvini e alle sue parole da Pontida. "Io vorrei dire che di professione faccio l'ecologista, ho un master in conservazione della natura, non mi interessa della politica interna italiana. Il nostro clima sta andando fuori qualsiasi regime, le temperature aumenteranno, l'umanità è di fronte a una crisi esistenziale" ha spiegato.

In uscita il nuovo libro della Capitana della Sea Watch

Frontiere aperte e Greta Thunberg: i totem ideologici della nuova Carola Rackete in salsa "green", che ora è pronta a pubblicare un libro in Italia, edito da Garzanti, in libreria il prossimo 14 novembre. S'intitola Il mondo che vogliamo e l'ambiente sarà uno dei temi principali affrontati dalla "Capitana", come si evince dalla scheda di presentazione: "Carola Rackete è molto più di quello che i media di tutto il mondo hanno raccontato in quei giorni concitati: è una attivista con una chiara visione e una fortissima passione civile, un modello per tanti ragazzi e ragazze che scelgono di impegnarsi per un mondo migliore, e con questo libro ci ispira a combattere in difesa dell'ambiente, dei diritti umani, del nostro pianeta, perché agire oggi non è più una scelta ma una necessità".

Un modello, dunque. Peccato che i progressisti italiani si dimentichino un piccolo particolare: la capitana della Sea Watch è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione dell’articolo 1099 del codice della navigazione contestato al comandante che non obbedisce all’ordine di una nave da guerra nazionale. Non propriamente una sciocchezza. E anche se ai progressisti desiderosi di spazzare via i confini questo non sembra interessare più di tanto, e da noi la capitana viene celebrata in maniera a dir poco stucchevole in tv, all'estero qualcuno si ricorda di fare delle domande, mettendo a nudo tutta la debolezza e superficialità delle sue argomentazioni. Ospite della trasmissione Hardtalk sulla Bbc, infatti, la 31enne tedesca è uscita piuttosto malconcia dal confronto con il conduttore televisivo Stephen Suckur, che non gliene ha fatta passare una e che l'ha messa davanti alla cruda realtà delle sue azioni.

Carola Rackete: dai migranti alla svolta "green"

Dall'immigrazionismo all'ecologismo gretino il passo è brevissimo. D'altronde il mantra della sinistra chic è sempre lo stesso: i migranti scappano sempre di più dalle loro terre a causa dei cambiamenti climatici, che sono colpa dell'uomo (rigorosamente bianco). In ogni caso Carola è fortunata: a differenza di tanti suoi coetanei italiani - ma anche tedeschi - che ogni giorno devono recarsi in ufficio, piuttosto che in fabbrica per portare a casa lo stipendio, può tranquillamente permettersi di fare l'ecologista di professione e fronteggiare così i suoi sensi di colpa di essere bianca e occidentale. Carola, infatti, è figlia di quella sinistra liberal che appoggia una forma radicale e totalitaria di multiculturalismo che sottovaluta l'importanza di integrare gli immigrati nella cultura nazionale sotto il vessillo dell'antirazzismo militante.

Proviene da quella cultura globalista da figli di papà annoiati che è, a differenza di ciò che lei crede, fortemente elitaria e provoca tensioni sociali soprattutto nei ceti meno abbienti. Perché, alla fine, per quelli come la "Capitana", tutta la colpa è sempre "nostra", dei bianchi occidentali, responsabili delle migrazioni così come dei cambiamenti climatici.

E ora Carola si fa portavoce, insieme a Greta, del nuovo millenarismo green e climaticamente corretto.

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