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Egitto non accredita ambasciatore: l'ombra della crisi per Regeni

Un nome c'è, i documenti no. Il giallo sul ricercatore torturato pesa sui rapporti

Egitto non accredita ambasciatore: l'ombra della crisi per Regeni

Le lettere credenziali del nuovo ambasciatore in Italia non sono mai arrivate e potrebbero non arrivare ancora per molto tempo, in quella che sembra l'ultima mossa di una crisi diplomatica tra l'Italia e l'Egitto, al via dopo l'uccisione al Cairo del ricercatore Giulio Regeni.

Hesham Badr è già destinato a sostituire Amr Helmy, il collega uscente, destinato alla pensione dopo il suo ritorno dall'Italia al Cairo. La nomina è arrivata a giugno, ma la documentazione sul cambio al vertice della diplomazia non è mai stata inviata a Roma.

Dall'Egitto non spiegano il perché di questa scelta, ma non è difficile ravvisare l'ombra di uno scontro diplomatico, dovuto alla crisi in atto per la questione del giovane torturato e ucciso al Cairo, su cui ancora la verità non è venuta a galla, nonostante molti sospetti.

Le procedure per l'insediamento di un nuovo rappresentante diplomatico sono al momento dunque ferme. Come fermo è il turn-over italiano in Egitto.

Maurizio Massari è stato richiamato ad aprile, dopo il fallimento di un primo incontro tra i team investigativi di Roma e del Cairo. Gampaolo Cantini è stato nominato come nuovo ambasciatore, ma mai accreditato in Egitto.

Al Cairo, ad oggi, non c'è un capo missione. A Roma un cambiamento al vertice, nel più ampio rimpasto voluto dall'Egitto ai vertici delle proprie ambasciate.

Ma quando Helmy tornerà in patria, nessuno potrebbe prendere il suo posto.

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