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Jeremy Corbyn vuole restituire alla Grecia i marmi del Partenone

Secondo il leader laburista le celebri sculture apparterrebbero di diritto alla Grecia. Affermazioni che però fanno storcere il naso anche all'interno del suo stesso partito.

Jeremy Corbyn vuole restituire alla Grecia i marmi del Partenone

Il Partenone potrebbe finalmente ricongiungersi alle sue statue se il prossimo esecutivo inglese dovesse essere laburista. Mancano ancora quattro anni alle prossime elezioni generali britanniche ma Jeremy Corbyn non demorde e, approfittando delle difficoltà che Theresa May sta avendo in questi giorni sul fronte della Brexit, continua a parlare del suo possibile futuro da premier. È di ieri infatti un'intervista rilasciata al quotidiano greco Ta Nea in cui il leader dei labour ha dichiarato che, nel caso dovesse essere eletto primo ministro, si impegnerà ad aprire dei colloqui ufficiali con il governo ellenico per la restituzione dei marmi del Partenone. I marmi, noti anche come "marmi di Elgin", dal nome del diplomatico scozzese che tra il 1801 e il 1812 asportò le sculture dall'Acropoli di Atene per venderle successivamente al governo britannico, sono da più di 200 anni un caso internazionale, con la Grecia che ne ha sempre invocato la restituzione descrivendo come illegale il loro trafugamento.

Il diritto all'acquisizione dei marmi da parte di Lord Elgin è stato infatti sempre considerato piuttosto controverso da parte di numerosi studiosi. Come riportato dal saggio "Thinking about the Elgin Marbles", di John Henry Merryman, le autorità dell'Impero Ottomano, di cui all'epoca faceva parte la Grecia, accordarono al nobile scozzese il permesso di poter eseguire disegni e calchi delle statue presenti nell'Acropoli e di asportare alcune parti di marmo che recassero antiche iscrizioni o sculture, non specificando però la quantità precisa descritta dal termine "alcune", su cui Elgin fece successivamente leva giuridica per giustificare l'appropriazione di circa la metà dei marmi superstiti del Partenone. Da li vennero quindi acquistati dalla Gran Bretagna per 35.000 sterline e destinati al British Museum, dove dal 1816 sono una delle attrazioni principali della struttura. Non stupiscono quindi le dichiarazioni di Jeremy Corbyn che già nel 2014, in veste di semplice parlamentare, lanciò una campagna per il ritorno dei marmi in Grecia, asserendo che fossero stati tecnicamente "rubati" e che nel paese ellenico fossero presenti sentimenti molto forti riguardo al loro rimpatrio. Nello stesso anno inoltre, l'Unesco accettò di fare da mediatore tra i due paesi per poter risolvere la disputa.

Nella stessa intervista il leader del Partito Laburista ha poi aggiunto: "Quelle statue sono state realizzate ad Atene, dove hanno adornato il tempio del Partenone per centinaia di anni prima che venissero portate via dalla Gran Bretagna nel diciannovesimo secolo. Come tutte le altre nazioni che hanno sottratto risorse da territori che in passato erano loro colonie - includendo anche oggetti saccheggiati da altri paesi in generale - anche noi dovremmo iniziare a trattare con la Grecia per la restituzione delle sculture".

Non si è fatta attendere la risposta del governo britannico, che con una nota ufficiale ha dichiarato: "Non condividiamo le visioni antistoriche del signor Corbyn e di altri parlamentari, secondo cui ci si debba vergognare di tutto ciò che è accaduto nella storia del proprio paese, indipendentemente dal fatto che vi siano delle responsabilità o meno. A questo punto si potrebbe invitare qualunque paese straniero che volesse farlo a portare qui i camion dei traslochi e spogliare i nostri musei nazionali". Tra coloro che più si battono perché i marmi restino in Gran Bretagna c'è inoltre il ministro degli Esteri ed ex sindaco di Londra Boris Johnson, del Partito Conservatore, che nel 2014 affermò: "Sarebbe del tutto appropriato che la civetta di Pallade Atena continuasse ad infestare le piazze di Bloomsbury (il quartiere di Londra dove si trova il British Museum)".

Successivamente però, un portavoce del Partito Laburista ha ridimensionato le parole di Corbyn dicendo: "Jeremy stava solamente affermando una sua visione personale, di vecchia data, secondo cui le statue del Partenone apparterrebbero alla Grecia".

Un'intricata vicenda che ricorda da vicino quella della stele di Axum, l'obelisco etiope portato a Roma come bottino della Guerra d'Abissinia del 1936 e che venne restituito all'Etiopia nel 2005 dopo quasi sessant'anni di trattative.

Anche in quel caso furono molte le polemiche sul trasferimento, con numerosi personaggi, tra cui Vittorio Sgarbi ed il duca Amedeo d'Aosta, che rivendicavano l'appartenenza italiana della stele, in quanto informalmente donata del negus Hailé Selassié nel dopoguerra come simbolo di pace e distensione tra le due nazioni.

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