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Marocco, decapitarono turiste: tre uomini condannati a morte

I tre avevano violentato e decapitato due giovani scandinave sulle montagne dell'Alto Atlante. Oggi la sentenza: in Marocco non viene eseguita una condanna a morte dal 1993

Marocco, decapitarono turiste: tre uomini condannati a morte

Le hanno prima violentate, poi decapitate. Ora per i tre marocchini, autori del terribile gesto, c'è la pena di morte.

Lo scorso dicembre Louisa Vesterager Jespersen, 24enne danese, e Maren Ueland, 28enne norvegese, stavano facevano trekking nella regione dell'Alto Atlante quando i tre le hanno aggredite e uccise. Le due giovani turiste erano state trovate morte da un gruppo di francesi e nei giorni successivi all'omicidio era stato diffuso sui social un video della decapitazione di una di loro.

Le autorità marocchine, dopo alcuni giorni di indagini, erano riuscite a identificare e a fermare i tre aggressori. Abdessamad el Joud, venditore ambulante 25enne, Youness Ouziad, falegname di 27 anni e Rachid Afati, falegname 33enne, poco prima di commettere la propria azione, avevano giurato fedeltà al sedicente Stato islamico.

Oggi è arrivata la sentenza del processo a carico dei principali imputati accusati dell'omicidio delle due giovani scandinave. Il processo per terrorismo si era aperto lo scorso 2 maggio a Salé, città vicina alla capitale Rabat. I tre sono stati condannati a morte (in Marocco non viene eseguita una condanna a morte dal 1993) mentre gli altri 21 imputati per complicità a vario livello hanno subito condanne tra i cinque anni e l'ergastolo.

L'agenzia di stampa marocchina Map ha spiegato che gli imputati sono accusati di "apologia del terrorismo", "attentato contro la vita delle persone con premeditazione" e "creazione di un gruppo per preparare e commettere atti terroristici".

Due degli imputati hanno ammesso, durante il processo, di aver aggredito e decapitato le due turiste, mentre il terzo di aver filmato la decapitazione e di aver diffuso il video sul sito dei jihadisti.

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