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Migranti, resa della Ue: "Schengen è in agonia"

L'allarme del presidente del Consiglio Europeo: "Se non proteggiamo le frontiere esterne il Trattato di Schengen morirà". Ma non si accorge che è già morto nei fatti da tempo

Migranti, resa della Ue: "Schengen è in agonia"

Il Trattato di Schengen lotta per la sopravvivenza: lo assicura il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, in una conferenza stampa al termine del vertice Ue-Unione africana che si svolge in questi giorni a Malta.

Il politico polacco ha spiegato che "senza efficaci controlli alle frontiere esterne dell'Unione l'accordo di libera circolazione di uomini e merci fra i vari Stati membri potrebbe anche non sopravvivere.

Di fronte a una tale ondata migratoria, alcuni Stati membri dell'Ue hanno introdotto misure alle frontiere interne" scrive Tusk, secondo cui "l'unico modo per non smantellare Schengen è quello di garantire una corretta gestione delle frontiere esterne dell'Ue". Bisogna dunque "fare tutto il possibile per mantenere intatti" gli accordi di Schengen e "accelerare le nostre azioni" per fronteggiare l'emergenza.

"I recenti sviluppi in Germania, Svezia, Slovenia e altri Paesi - prosegue Tusk - dimostrano con chiarezza la grande pressione che l'Europa sta affrontando. Salvare Schengen è una corsa contro il tempo. E il modo di vincere questa sfida è quello di implementare le decisioni che abbiamo già preso." Il presidente del Consiglio Europeo sottolinea con soddisfazione come "la dichiarazione politica e il piano d'azione" del vertice appena concluso siano stati approvati all'unanimità, ma le sue preoccupazioni che esprime rischiano di essere tardive.

La Slovenia ieri ha avviato la costruzione di un muro al confine con la Croazia; la Germania ha annunciato da poche ore la ripresa dell'applicazione del regolamento di Dublino anche per i siriani e pure la Svezia si appresta a fare altrettanto. nelle scorse settimane, infine, anche l'Austria aveva annunciato l'intenzione di erigere un muro alla frontiera meridionale proprio per controllare e regolare, per quanto possibile, l'afflusso di profughi.

Come non bastasse, la Gran Bretagna di David Cameron vincola l'appoggio del governo al partito europeista nel prossimo referendum sulla permanenza del Paese nell'Unione all'adozione, da parte di Bruxelles, di politiche sull'immigrazione assai più rigide di quelle adottate sinora.

Ottobre, per la Ue, è stato un mese record nelle statistiche di sempre degli arrivi: nel Mediterraneo si sono contati 218mila migranti e rifugiati.

@giovannimasini

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