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Onu: "Italia sulla giusta via in Libia. Non si può ignorare Haftar"

Il rappresentante difende la scelta di Roma e avvisa: "Haftar non può essere ignorato"

Membri delle milizie libiche impegnati nella battaglia di Sirte
Membri delle milizie libiche impegnati nella battaglia di Sirte

Non spetta al portavoce delle Nazioni Unite decidere chi dovrebbe o non dovrebbe avere un ruolo nel futuro della Libia. Ha le idee molto chiare il rappresentante speciale Ghassan Salamè, che in conferenza stampa alla Farnesina riconosce a Khalifa Haftar "un impatto" su una parte del Paese, la Cirenaica nello specifico, e "seguaci tra il popolo".

Salamè è reduce da un incontro di due ore con il generale avvenuto al castello di La Celle Saint Cloud, in Francia. "È sicuramente un uomo militare - dice - , forse potrebbe avere anche ambizioni militari e politiche". E sostiene sarebbe "poco realistico per il rappresentante speciale dell'Onu ignorare questa forza".

Nelle parole del portavoce c'è anche un placet alla missione italiana, che punta sul sostegno alla Guardia costiera del Paese nordafricano per gestire i flussi di migranti e mettersi di traverso alla crisi in atto. "So che ci sono state discussioni in Libia - dice - , ma credo che la cooperazione e la trasparenza tra Italia e Libia siano il modo più costruttivo" per arrivare ad avere dei risultati.

Proprio il generale Khalifa Haftar aveva minacciato pochi giorni fa gli italiani, sostenendo di essere pronto a bombardare qualsiasi nave battente bandiera tricolore che fosse entrata nelle acque territoriali libiche. Una dichiarazione d'intenti a cui difficilmente potrà far seguito, considerato l'arsenale di cui dispone. Gli aerei sono vecchi, i piloti non sono da meno, di pezzi di ricambio non ce ne sono e pure ce ne fossero i suoi Mig non hanno un raggio d'azione sufficiente per colpirci.

"Noi abbiamo grande fiducia nell'affidabilità politica e personale del presidente Al Sarraj", ha aggiunto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, convinto che "dare forza alle istituzioni legittimate dall'Onu" sia "nei nostri interessi". "Siamo stati tra i primi a proporre per il generale Haftar un ruolo preminente ed eminente nell'ambito delle istituzioni libiche", aggiunge, ma sede deve esserci sarà "sotto l'ombrello delle istituzioni civili".

Poi una mezza accusa: "La questione di fondo è che serve una reductio ad unum dei formati negoziali in Libia, l'Onu deve prendere la leadership su questo dossier.

Fino ad oggi ci sono stati troppi negoziati, troppi negoziatori e zero risultati finali".

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