Politica

Montezemolo nudo in prima pagina come l’Avvocato

Ma ieri si è allargata a 30 punti la differenza tra titoli pubblici italiani e tedeschi

L’Avvocato, che era l’Avvocato, fu beccato anche lui con lo zizì di fuori, immortalato in tuffo senza costume dal bordo del suo yacht nel ’77, e la foto finì sulla copertina di un settimanale in pasto alla pubblica curiosità, per quella parte veramente inedita del grande vecchio. Ma a Gianni Agnelli anche questo era permesso, anzi la nudità, la sua nudità, sembrò senz’altro di buongusto, il capriccio di un principe al di là dell’eleganza, l’anticonformismo piacione dell’uomo superiore che, spogliato di tutto, scende finalmente al rango dei comuni mortali.
Anzi, non è strano anzi che proprio da queste stravaganze partisse un nuovo canone di stile, come furono lo scarponcino scamosciato sull’abito classico, il colletto button down, il piumino sopra il blazer, la giacca e i pantaloni spaiati. Questione di classe, blasone familiare che esonera dai confini estetici validi per tutti gli altri. Così non sorprende il ritorno dell’uguale dalle parti di casa Agnelli, sotto forma di paparazzata estiva. La stessa regola snob potrebbe valere anche per il figlioccio dell’Avvocato Luca Cordero di Montezemolo che, mutatis mutandis, è finito pure lui senza mutande in un servizio esclusivo di un giornale scandalistico.
Del resto anche Luchino, come Gianni, è un dandy di lungo corso. Quando la rivista giapponese Mens Ex lo elesse l’uomo più elegante del mondo lui ammiccò gigionescamente: «Io il più elegante del mondo? Mi piace il bello». Osvaldo Testa, grande maestro di stile che ha vestito, tra gli altri, Luchino Visconti, lo ha indicato come l’unico vero «elegante» d’Italia, facendogli surclassare anche l’altro magister elegantiarum di casa Fiat, l’ad Sergio Marchionne, bocciato nell’«uso eccessivo del maglione». Perciò non avrà molto di che preoccuparsi Montezemolo se Eva Tremila lo manda oggi in edicola senza veli, come storiona di copertina, con una serie di scatti che avranno arricchito il paparazzo, presumibilmente appostato su un gommone vicino al panfilo del presidente di Confindustria in vacanza a Amalfi. Ieri le foto sono state anticipate da Dagospia, che in gergo dagostiniano ha condito il servizio così: «Montezuma è nudo e lotta insieme a noi, Luchino avrà pure tanti difetti ma sotto la cintura nessuno lo può criticare. Le foto cazzute che nessun Corriere, Repubblica o La Stampa pubblicherà mai».
Il Giornale le pubblica, con solo l’omissis dello zizì presidenziale, come lo chiama Eva Tremila. Niente in confronto ai colleghi del settimanale, che oltre al parallelo storico tra gli scatti che uniscono fatalmente Agnelli e Montezemolo, provano anche un altro paragone tra i due: «Che Luca abbia voluto emulare il maestro? Guardate bene, però. A uscirne meglio è lo zizì del super presidente Luca.

Super anche in imprudenza».

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