Cronaca locale

Ad Afragola omertà, silenzio e paura: così i nigeriani restano impuniti

Nel centro di Afragola case chiuse, ristoranti e negozi abusivi per neri gestiti da nigeriani. Siamo andati a vedere cosa ne pensano gli afragolesi

Ad Afragola omertà, silenzio e paura: così i nigeriani restano impuniti

“No, devo andare”, “Chiedo scusa ma ho un impegno”, “Chieda altrove”, “Non so nulla”. Per le strade di Afragola c’è poca voglia di parlare delle case chiuse e delle attività di ristorazione e commerciali abusive per neri che nel centro storico sarebbero gestite da nigeriani. Chi esprime qualche parola, lo fa accertandosi che la sua identità non possa essere svelata, che il suo volto non venga ripreso. “Ci sta quella mafia loro, che si sta espandendo ad Afragola”, afferma un anziano. “Hanno monopolizzato la vecchia Afragola, la parte più malridotta: via Rosario, via Santa Maria, via Caracciolo, via Dante Alighieri”, sostiene. E non è l’unico. “Noi – rivela qualcuno di passaggio - avevamo notato dei movimenti, ma mai avremmo pensato a cose del genere. Poi, leggendo l’articolo, ci abbiamo fatto caso”. L’articolo è quello de ilGiornale.it, che in un’inchiesta ha scoperchiato una realtà che sembra sorprendere la città di Afragola, una realtà che da tempo prende forma nel centro abitato, in palazzi e corti condominiali dove alloggiano diverse famiglie del posto.

In appartamenti destinati ad uso abitativo sono state allestite delle tavole calde per africani e delle prostitute si vendono ad avventori dalla pelle nera, ragazze che sono gestite da una madame con cui in molti casi si trovano a vivere, nella stessa casa dove cedono il proprio corpo in cambio di pochi euro. Si tratta di vere e proprie connection houses, dove si consuma, e probabilmente si scambia, anche droga. Ma nessuno ha mai denunciato: a rivelarlo è il sindaco di Afragola, Claudio Grillo. “Mi sono attivato, prima informalmente, con le forze dell’ordine. Loro dicono che purtroppo non gli risultano denunce in merito", ha affermato il primo cittadino. "Nonostante ciò, ieri (martedì scorso, ndr) - ha poi dichiarato - ho indirizzato l’ennesima nota di ringraziamento per il lavoro che fanno sul territorio e ho compulsato il comando della polizia locale affinché possiamo ampliare il servizio di notte. Il nostro servizio di polizia locale finisce alle 21 e stiamo cercando di fare un progetto con i pochi fondi a disposizione per incentivare i vigili affinché possano lavorare fino a mezzanotte e fare una verifica di quell’area, una verifica che metteremo subito in atto, dei contratti di fitto e per capire se effettivamente c’è la problematica”. Il sindaco di Afragola promette, quindi, più controlli sul territorio. Al momento, però – conferma - le misure che pensa di adottare non sono ancora partite. Anche lui si dice sorpreso per la situazione di illegalità su cui si è fatto luce con un lavoro giornalistico: “Non nascondo che il palazzo municipale è a pochi passi da questa situazione che avete denunciato. Io, arrivo, vado nel mio ufficio e torno di sera a casa, ma non ho mai percepito un’attività così negativa. Però, chiaramente, il vostro lavoro vi spinge ad andare oltre. Vi ringraziamo per quello che state facendo per il territorio. Da parte nostra, tutta la massima attenzione”.

Dall’inchiesta de ilGiornale.it ne esce fuori uno spaccato di Afragola che la rende come Castel Volturno, comune del Casertano dove ha messo radici la mafia nigeriana, che gestisce, tra le varie attività illecite, soprattutto prostituzione e traffico di droga. Però, mentre a Castel Volturno le case della prostituzione, i ristoranti e i negozi abusivi sono stati messi in piedi in palazzi di periferia, ad Afragola queste attività illecite vanno avanti da anni nel centro storico della città, a pochi passi dal Comune e sotto gli occhi delle famiglie del posto. “Nella zona centrale si sente che qualcosa di maluccio c’è. Non perché ci sono, ma per il modo in cui stanno”, afferma un residente.

Sono molti gli immigrati che si sono stabiliti ad Afragola, la maggior parte proviene dall’Africa. Impossibile averne contezza, perché non sono mai stati censiti. Ma, ad occhio, la maggioranza ha la pelle nera e vive e frequenta la parte vecchia della città. Spesso risiedono in appartamenti decrepiti. “Io sto cercando casa e qui ho difficoltà a trovare un appartamento con certificato di abitabilità”, racconta un ragazzo arrivato anni fa nel comune a nord di Napoli dal suo Paese dell’Africa subsahariana, uno dei tanti immigrati che vivono onestamente nel centro alle porte di Napoli. “Loro sono nella zona vecchia della città. Da questa parte, invece, ci sono i borghesi - ci tiene a sottolineare un attempato residente fermo con un atteggiamento distinto in piazza Gianturco, una delle principali piazze di Afragola –. Nel centro storico ci sono case malridotte e riescono ad affittarle a poco solo agli immigrati, per questo vivono tutti lì. Al massimo, tra gli afragolesi sono rimasti a viverci quelli più attaccati al centro storico. Ma, da questo lato qui, non ci sono e non vediamo nulla. Afragola non è un lupanare a cielo aperto. Ci sarà qualcosa, ma noi non lo notiamo, non lo fanno a cielo aperto”.

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