Cronaca locale

Torre Annunziata, blitz della Dda: tra i 12 indagati anche il sindaco

Terremoto al Comune di Torre Annunziata. L’operazione, avvenuta all’alba, ha portato al sequestro di materiale ed a numerose perquisizioni

Torre Annunziata, blitz della Dda: tra i 12 indagati anche il sindaco

Non c’è pace per Torre Annunziata. Il comune alle porte di Napoli per la seconda volta in poco più di un anno è scosso da un terremoto giudiziario. Sul finire del 2020 erano stati arrestati il capo dell'ufficio tecnico, Nunzio Ariano, e l'ex vicesindaco Luigi Ammendola.

Ieri mattina, invece, a muovere la macchina investigativa sono stati i magistrati dell'Antimafia. Sono dodici gli indagati nell'ambito di un'inchiesta della Dda che ha portato al sequestro di numerosi incartamenti e altro materiale negli uffici del pianterreno e del primo piano della sede comunale di via Provinciale Schiti ed al compimento di diverse perquisizioni, svolte tra la sede dell'ente e le abitazioni e gli uffici privati di alcune delle persone interessate.

Le forze dell’ordine, arrivate quando il Comune era ancora chiuso, hanno preso possesso di stanze e segreterie tra cui quella del sindaco della città oplontina Vincenzo Ascione, eletto nelle fila del Pd, e del presidente del consiglio comunale, Giuseppe Raiola.

Tra gli indagati figura anche il sindaco, di cui è stata passata al setaccio anche la casa. A quest’ultimo sono stati contestati i reati di concorso esterno in associazione camorristica e corruzione. Nel decreto di sequestro i pm Valentina Sincero e Ivana Fulco, che indagano con il coordinamento dell'aggiunto Rosa Volpe, contestano al primo cittadino rapporti molto stretti con Salvatore Onda, nipote di Umberto, killer del clan Gionta detenuto in regime di 41 bis.

Oltre al sindaco e a Salvatore Onda nell'inchiesta sono indagate per gli stessi reati a vario titolo altre 10 persone: tra queste il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Raiola, ed il predecessore Rocco Manzo, l'assessore al Porto Luisa Refuto, la consigliera comunale Maria Oriunto, cognata di un indagato, ed i già citati Luigi Amendola e Nunzio Ariano.

Il blitz delle forze dell’ordine ha provocato anche il rinvio della seduta del consiglio comunale che si sarebbe dovuto tenere proprio nella mattinata di ieri nella stessa struttura con all’ordine del giorno la discussione sul Pnrr. Seduta poi rinviata.

Nel decreto di sequestro, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, è ricostruito lo scenario in cui si sarebbero mossi gli amministratori: "Onda, benché non rivesta alcun ruolo istituzionale né di carattere amministrativo né politico" essendo solo un dipendente di una società partecipata dal Comune attiva nel settore della raccolta dei rifiuti "tuttavia mantiene una serie di costanti e abituali contatti con soggetti politici locali e regionali e in particolare con gli attuali indagati tra cui il sindaco Ascione nonché assessori comunali e consiglieri regionali cui offre di volta in volta i suoi servizi e mette a disposizione le sue conoscenze in cambio di impegni in gestione di futuri affari nell'ambito della pubblica gestione del Comune di Torre Annunziata".

I pm scrivono ancora che Onda "è in grado di esercitare un'influenza costante, con altrettanto costante opera di condizionamento dell'attività amministrativa del Comune di Torre Annunziata, ingerendosi senza alcun titolo nelle dinamiche politiche e gestionali" del Comune. Dall’indagine, inoltre, "emerge come Ascione individui proprio Onda come suo interlocutore per verificare l'esistenza di fondi del Pnrr a favore del Comune di Torre Annunziata, venendo rassicurato in merito da Onda che gli comunica che provvederà a procurarsi quanto prima la documentazione necessaria".

Rapporti ci sarebbero anche con l'ex consigliere regionale, e generale in pensione, Carmine De Pascale, cui lo stesso Onda si sarebbe rivolto per proporre la fornitura di mascherine nel corso della fase iniziale della pandemia promettendogli, in cambio, una provvigione in caso di accordo concluso.

La difesa del sindaco

"Ho subito violenza psicologica. Non posso subire questa umiliazione. Prendo le distanze dai modi e mi ritengo innocente. È stato terribile vedere agenti entrare in casa mia a prima mattina", ha dichiarato oggi Vincenzo Ascione respingendo le accuse su di lui sollevate dall'Antimafia.

"Sono turbato e non so le decisioni che prenderò nelle prossime ore. Per il momento resisto", ha aggiunto il primo cittadino ribadendo di essere "una persona onesta".

"La mia colpa è di avere interloquito con una persona che ora è entrata nella mia maggioranza", ha concluso Ascione riferendosi a Salvatore Onda, indagato con il primo cittadino nell'inchiesta.

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