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"Hanno ragione a preoccuparsi". È allarme terrorismo a Milano

L'allerta terrorismo irrompe a Milano: l'attentato di Bruxelles è solo la punta dell'iceberg di un problema di radicalizzazione che per troppi anni è stato taciuto

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Tra lunedì sera e martedì mattina, l'Europa ha scoperto di essere ancora fortemente vulnerabile sul profilo della sicurezza. A Bruxelles un uomo è riuscito a penetrare nel centro del capoluogo belga nonostante i controlli serrati di una città sede di istituzioni europee e a sparare a sangue freddo ad alcuni tifosi svedesi, uccidendone due. Ed è successivamente stato ricercato per 13 ore, tenendo sotto scacco il cuore dell'Europa. Mentre in Belgio l'assalitore, un tunisino, veniva "neutralizzato" dalla polizia, a Milano le nostre forze dell'ordine traevano in arresto due egiziani, di cui uno con cittadinanza italiana, perché esistono prove concrete della loro radicalizzazione e affiliazione con l'Isis. Uno scenario agghiacciante sullo sfondo di una guerra in Medio Oriente che ha tratti religiosi e che potrebbe aver risvegliato la "guerra santa" degli islamici in Europa.

"Sulla sicurezza, credo che i milanesi abbiano ragione di essere preoccupati. Anch'io lo dico da tempo che, purtroppo, la situazione va monitorata e che si devono dare delle risposte molto chiare e forti in questo ambito", ha detto il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Sottolineando proprio l'acuirsi della guerra tra Israele e Palestina, l'esponente leghista ha invocato una nuova stagione di controlli serrati in Lombardia e, soprattutto, a Milano. Gli attacchi in Francia e in Belgio sono un segnale troppo forte per essere ignorato e nel nostro Paese non mancano i luoghi di aggregazione islamica dove queste persone possono trovare terreno fertile.

Ed è lo stesso sindaco di Milano ad ammetterlo, lo stesso che ha dato poco tempo fa il consenso per la costruzione di una nuova moschea in un quartiere della città che mostra già problemi di ghettizzazione e tracce di islamizzazione, a confermare l'allarme. Anche se rivendica la sua decisione. Quella del terrorismo, ha affermato Beppe Sala, "è una paura che ritorna. Il punto va affrontato. Perché io mi sono battuto perché ci siano le due o tre moschee necessarie sul territorio? Perché così è più facile controllare la cosa". Non è così per quanto riguarda "quelle abusive. Se ci dividiamo e, alla ricerca di voti di consenso, assumiamo posizioni demagogiche non funziona perché il rischio di radicalizzazione c'è anche da noi".

Per queste ragioni, il governatore Fontana ribadisce come sia "necessario stringere ancora di più le ganasce dei controlli, sia necessario sempre di più avere un controllo perfetto". Il presidente della Regione ha estrema fiducia nelle forze dell'ordine che nell'intelligence, ma "è chiaro che in questo momento, mai come in questo momento, l'attenzione alla sicurezza sia fondamentale".

Il deputato Riccardo De Corato, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera e membro della Commissione d'inchiesta alla Camera sulla Sicurezza e sul degrado delle Periferie in Italia, rafforza il concetto del controllo del territorio e delle moschee: "Nelle moschee milanesi, chi controlla e verifica ciò che avviene al loro interno? Chi controlla chi sono questi Imam e i loro sermoni? È risaputo che stiamo parlando di luoghi, spesso in piani seminterrati o in scantinati, dove c'è una situazione di forte pericolo e di insicurezza di cui nessuno sa cosa avviene".

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