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"Offriva denaro alle famiglie povere per le loro bimbe": arrestato a Milano

L'uomo era alla ricerca di genitori disposti a vendere i propri figli per commettere abusi sessuali. Tra il 2019 e il 2020, avrebbe condiviso circa 400 file pedopornografici

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"Ho talmente tanto materiale che ne ho quasi la nausea... ora voglio bimbe vere!". Lo ha detto in un messaggio un 50enne italiano finito in carcere a Milano con le accuse di pedopornografia, dopo essere stato trovato in possesso di centinaia di filmati e immagini ritraenti minori. Morbosamente ossessionato dagli adolescenti, negli ultimi anni avrebbe anche tentato di 'comprare’, promettendo denaro, figli minorenni da ragazze madri o da genitori con problemi economici per commettere abusi sessuali. L’uomo, ora in carcere, era capace di "procurarsi importanti quantitativi di materiale pedopornografico", che condivideva poi nel dark web, luogo di internet dove circolano file e contenuti non leciti. Il 50enne è stato arrestato su ordinanza del gip di Milano Roberto Crepaldi, nell'inchiesta condotta dalla Polizia postale e coordinata dal pm Alessia Menegazzo del dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella.

La storia di quest’ uomo, accecato dalle perversioni nei confronti dei più piccoli, è piena di dettagli raccapriccianti. Stando agli atti, tra il 2019 e il 2020, avrebbe condiviso circa 400 file, tra foto e video, con immagini di minori di 16 anni, ma pubblicava anche su canali on line annunci alla ricerca di genitori disposti a vendere i propri figli. Dunque lucrava puntando sulla disperazione economica delle persone meno abbienti. Come si legge nell'ordinanza, infatti, a un utente che gli scriveva: "Noi abbiamo bisogno, la figlia che età dovrebbe avere più o meno per piacerti?". Lui avrebbe risposto: "Ok, ho intuito che aveste bisogno. “A me piacciono dai 14 ai 17... ma anche di 12, se hai un rapporto complice”.

Dalle indagini della polizia postale, è emerso che l'arrestato, almeno dal 2019, fosse alla "ricerca spasmodica" di altri minorenni da contattare o di persone in grado di "procurargli" dei minori per incontri sessuali. Fortunatamente mai realizzati perché le ragazzine contattate su Skype, in molte occasioni, dopo aver scoperto la sua età o dopo essersi rese conto dei reali "interessi" del loro interlocutore, avevano smesso di rispondere ai messaggi.

Stando alle esigenze cautelari, tra l'altro, il 50enne era pronto ad adescare una ragazza autistica e anche a commettere abusi su una sua parente.

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