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"Tanto non mi fanno niente". E il borseggiatore romeno poi sfotte le sue vittime

Scoperto dopo aver derubato una coppia di turisti, un borseggiatore romeno ha sbeffeggiato le vittime e chi è accorso in aiuto consapevole dell'impunibilità

"Tanto non mi fanno niente". E il borseggiatore romeno poi sfotte le sue vittime

Si parla spesso di Milano come città pericolosa e ostaggio dei borseggi ma nel resto d'Italia non va molto meglio, soprattutto nelle città turistiche, dove i malviventi sanno di avere maggiori possibilità di operare. Sono soprattutto gli stranieri a dedicarsi a questa attività, che pare anche essere redditizia e che trova ampie maglie per operare grazie ai varchi aperti dalla riforma Cartabia. L'ultimo caso in tal senso arriva da Venezia, dove un borseggiatore ha potuto agire liberamente, nonostante sia stato colto in flagranza dalle vittime. Monica Poli, consigliere di municipalità della Lega a Venezia e componente del comitato Cittadini non distratti, ha filmato l'uomo e raccontato la disavventura al Gazzettino, facendo emergere tutto il disagio e la frustrazione che a sinistra non comprendono, preferendo tutelare chi commette il reato. In questo specifico caso, inoltre, il borseggiatore di origine rumena ha sbeffeggiato le sue vittime sbottonandosi il pantalone e brandendo le sue parti intime in segno di sfida.

"Ero in zona stazione assieme ad altre sette donne e assieme alla figlia di una di loro, che è minorenne, e stavamo accompagnandone alcune a piazzale Roma per prendere l’autobus", spiega Poli. Ed è a quel punto che si è resa conto di quanto stava accadendo. Trascorre gran parte del suo tempo libero davanti alla stazione per mettere in guardia i turisti dalla presenza dei borseggiatori, un'attività che ormai è diventata fondamentale, come dimostra quanto accade anche a Milano. "All’inizio del ponte di Calatrava, lato stazione, abbiamo sentito che c’era una coppia di giapponesi con bagaglio che stava litigando con un uomo e una donna. Dicevano che lui aveva aperto lo zaino e la borsa al suo interno per rubare il portafogli", prosegue Poli nel suo racconto. E quell'uomo, che era ancora lì, lei lo conosce perché non è nuovo a reati di questo tipo ed è ben noto alle forze dell’ordine.

Il borseggiatore, spiega il consigliere, "sembrava alticcio e ha cominciato a inveire contro noi che ci eravamo fermate per capire cosa fosse accaduto. Ci ha detto: 'Non siete nessuno! Cosa volete? Tanto non mi fanno niente'". Una consapevolezza che hanno tutti i borseggiatori in Italia, proprio perché con la riforma Cartabia servono condizioni molto stringenti per arrivare all'arresto. "Mentre io lo filmavo e una mia amica chiamava il 112 l’uomo ha iniziato a insultarci, a sputarci addosso e poi ha tirato fuori il suo pene. Alla mia amica avevano passato la Polfer e questa ha risposto che non poteva mandare nessuno. Sarebbero bastati due minuti e la cosa finiva lì", prosegue Poli nel suo racconto carico di amarezza. Prima che potessero arrivare le forze dell'ordine, l'uomo è riuscito ad allontanarsi. "Si tratta di un borseggiatore rumeno della primissima generazione, di quelli che infestano Venezia dagli anni Novanta.

Sarà denunciato per atti osceni, l’unico reato che si può provare", conclude sconsolata.

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