Cronache

Nigeriano ucciso a Fermo: le versioni discordanti

Le versioni discordanti, il cartello sradicato, il racconto dei testimoni e quello dei vigili: i dubbi sulla morte di Emmanuel

Nigeriano ucciso a Fermo: le versioni discordanti

Sono tanti, troppi gli interrogativi sulla vicenda di Emmanuel Chidi Nnamdi, il nigeriano morto a Fermo dopo una rissa con un ultrà locale. Due le versioni su cui ora la procura dovrà fare chiarezza. Da una parte c'è Chinyery, la moglie del nigeriano. Dall'altra Amedeo Mancini, ora in carcere con l'accusa di omicidio preterintenzionale.

1) Le due versioni

I racconti della moglie della vittima e del presunto omicida discordano. E non di poco. Partiamo dalla versione fornita alla stampa e alla polizia da Chinyery. La donna racconta che con suo marito stavano passeggiando vicino al seminario vescovile che li ospita, quando Mancini li avrebbe insultati ("scimmia africana", la frase razzista) e poi picchiati. "Eravamo usciti per comprare una crema per il corpo - ha detto Chinyere a Repubblica - Passeggiavamo, quando all’improvviso quei signori hanno cominciato a insultarmi. “Africans scimmia”, “africans scimmia”. (Mancini) mi ha preso, mi ha spinto, mi ha dato un calcio. Emmanuel mi ha difeso. Quel segnale stradale l’ha preso l’uomo italiano, però, poi lo ha colpito. Ed Emmanuel è caduto per terra". Secondo la donna durante la rissa Mancini avrebbe preso il cartello per colpire il marito alla testa, poi gli avrebbe sferrato un calcio facendolo cadere a terra.

Mancini, invece, sostiene di aver visto i due nigeriani "armeggiare intorno ad un'auto" e di averli quindi insultati (l'appellativo "scimmia africana" è forse l'unico punto certo). Poi la coppia sarebbe andata avanti, per tornare indietro e dar vita alla rissa con l'ultrà. Il quale denuncia di essere stato colpito con un palo dei segnali stradali sradicato da Emmanuel da terra. E per questo di essersi difeso con un pugno.

2) Come è morto Emmanuel?

All'inizio si pensava, basandosi anche sulla versione raccontata dalla donna, che il nigeriano fosse morto a causa del pestaggio subito da Mancini. Ma l'autopsia sembra aver certificato che ad essere letale è stata una frattura al cranio, dovuta con ogni probabilità ad una caduta. Mancini lo avrebbe colpito con "un unico pugno" tra il labbro inferiore e la mandibola sinistra che - si legge nell'autopsia - "era forte ma non fortissimo", tanto che non ha provocato la rottura dei denti. Il pugno però non sarebbe la causa della morte. Su questo punto la difesa di Chinyery è però titubante: "La situazione di morte è imputabile a queste lesioni al volto - hanno detto - Non si può sapere quale delle due sia stata a causare l’emorragia interna e quale sia accaduta prima o dopo, questo fino a che non sarà depositata l’autopsia. Rimane il fatto che queste lesioni sono compatibili con la morte violenta".

Sul corpo di Emmanuel sono stati trovati un ematoma al polpaccio e alcuni graffi. Il corpo della vittima, comunque, non presenta segni evidenti di pestaggio violento (come invece raccontato dalla moglie della vittima), essendo il suo corpo "quasi totalmente integro". Rimane però il forte dubbio che l'ematoma al polpaccio sia stato causato da un colpo proveniente dal cartello stradale.

3) Chi ha usato il segnale stradale?

Su questo punto si hanno alcune informazioni ma poche certezze. Come detto, entrambe le parti in causa accusano l'altra di aver usato per primo il segnale stradale. La difesa è certa che a estrarlo da terra sia stato Emmanuel, per difendere l'onore offeso della moglie. Ed anche la Procura crede sia così. Ieri, infatti, il medico legale ha visitato in carcere Amedeo Mancini. Secondo quanto raccontato dal suo legale, Francesco De Minicis, presente alla visita, all'ultrà è stato trovato un "grave ematoma al fianco" e un morso sul braccio sinistro (l'uomo dice di averlo ricevuto da Chinyery). L'ematoma sarebbe la "prova" che Mancini sarebbe stato "preso a sprangate" dal nigeriano. Il pugno, è la linea del legale, è da inserire quindi in un contesto di legittima difesa.

4) I testimoni

A suffragare la versione dell'ultrà ci sarebbero 4 testimoni oculari. I quali, scrive Il Resto del Carlino, sarebbero stati ritenuti "attendibili" anche dalla Procura. Tutti concordano nel dire che il nigeriano avrebbe aggredito Mancini, il quale - caduto a terra - avrebbe poi colpito con il pungo fatale Emmanuel. Il nigeriano poi cade e finisce in coma dopo aver battuto la testa. Una delle testimoni, Pisana Bacchetti, racconta alla stampa: "Ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare un pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con un segnale stradale trovato nei pressi". Emmanuel avrebbe colpito Mancini con "colpi di karate", mentre la moglie gli dava calci gridando "schimmia a chi? scimmia a chi?". Pisana Bacchetti (ora minacciata da più parti), però, è arrivata a rissa già iniziata e non può dire chi sia stato il primo a colpire. Alcuni hanno messo in dubbio l'attendibilità della testimone, che è stata cancellatata da Facebook.

Ma c'è una seconda testimone, scesa dal bus nei momenti della rissa. Si chiama Milena Temperini. La donna riferisce di aver visto il nigeriano spintonare l'ultrà e colpirlo con il segnale stradale. Poi il fermano cade a terra e i nigeriani si allontanano. A quel punto, Mancini si rialza e raggiunge la coppia. Scatta una seconda rissa (non si sa da scatenata da chi) alla fine della quale Emmanuel si accascia a terra.

"Le risultanze istruttorie sono in piena evoluzione - ha detto però detto l'avvocato Letizia Astorri, che difende la donna - e qualunque valutazione espressa oggi è una valutazione di parte. I dati oggettivi sono i dati processuali, parleranno le carte, e la perizia sull'esame autoptico deve essere ancora depositata". Sembra quindi non voler credere alle prime indiscrezioni sull'autopsia.

5) I vigili hanno visto?

Secondo il Resto del Carlino, infine, bisogna riportare anche le testimoniaze riportate dagli agenti della municipale arrivati sul luogo. Due vigili avrebbero detto che al loro arrivo la rissa era in corso e che "il 36enne nigeriano, che si trovava in piedi vicino a loro, senza mostrare alcun segno di malessere, sia caduto improvvisamente all’indietro. Entrambi hanno ribadito che in quel momento l’uomo non ha ricevuto alcun colpo". Eppure, il tenente Stefano Muccichini scrive nel suo verbale di essere arrivato con Emmanuel già a terra, e di aver ascoltato i presenti.

Un altro, l'ultimo, mistero di una storia ancora da scrivere.

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