Politica

Non solo politici I disonesti sono ovunque

Ora è la volta dei medici e altri operatori della sanità. Finalmente, non più solo politici o costruttori o magistrati o preti pedofili. Il cerchio si allarga. Secondo uno dei teoremi di Carlo Maria Cipolla sui cretini, la loro diffusione è equamente distribuita fra tutte le categorie umane. Dagli idraulici ai monsignori, dagli insegnanti agli alunni, dagli elettricisti (...)
(...) ai politici, anche se in quest’ultimo caso sembra che il destino sia stato un po’ troppo di manica larga. Quanto vale per i cretini vale, esattamente, anche per i delinquenti.
Dunque ieri è stata la volta di medici e di altri soggettoni che lavorano nella sanità calabrese. Tredici li hanno messi in custodia cautelare cioè in galera e 36 devono presentarsi alla polizia giudiziaria per spiegare come mai facessero passare per invalidi persone sane come pesci. In tutto ne stanno indagando 150.
Cipolla ha ragione per un semplice fatto: la cretineria è connaturale alla natura umana. Si deve mettere in conto che ce ne sono sempre stati e ce ne saranno. Esattamente come per un’altra categoria, quelli che pensando di essere più furbi degli altri e non rispettano la legge. Prendono la scorciatoia per arrivare prima e meglio degli altri. Si parte dalla coda allo sportello postale e si arriva all’appalto per una diga. La sostanza non cambia. Talvolta, però, il delinquente e il cretino coincidono nella stessa persona e qui casca l’asino cioè il medesimo cretino-delinquente. Spesso ci gioca l’arroganza e un certo senso di onnipotenza che si insinua nei molti interstizi liberi nel cervello tra i neuroni dello stesso.
Sì perché, anche in questo caso di malasanità, o tu pensi che nessuno controllerà mai perché magari è d’accordo con te - cosa peraltro già avvenuta tante volte - oppure sei cretino perché che un falso invalido di falso ha solo il permesso di parcheggiare se ne accorge chiunque.
Ora, di fronte a questa situazione che - lo ripetiamo - ci sarà sempre, forse più cretino ancora si dimostra chi pensa che debbano essere moltiplicate le leggi perché così facendo si stringeranno le reti e ci rimarranno impigliati coloro che le leggi non rispettano. È noto - e si potrebbero citare esempi a non finire - che laddove le leggi sono di meno e sono più semplici nella loro applicazione i reati contro la pubblica amministrazione diminuiscono, non aumentano e - viceversa - aumentano dove le leggi sono intricate e i controlli sono pochi, proprio come da noi. Se le strade sono tante e formano un groviglio sarà più facile essere invogliati a cercare la scorciatoia che non in una situazione dove le strade sono poche e ben segnalate. Lo stesso avviene per le leggi. La semplificazione legislativa (accompagnata da un’intensificazione dei controlli) può giocare la partita vincente contro la corruzione. Non per eliminarla, come pensano certe anime tanto belle quanto irrealistiche, ma per provare a ridurla, a contenerla almeno un po’. Non è mica un caso che non tutti sarebbero così contenti di una semplificazione generalizzata. Sono in molti a considerare - tutto sommato, rischi e benefici - più veloce la via della corruzione che quella della trasparenza e questo, ancora una volta ha ragione Cipolla, vale per tutte le categorie, indistintamente ed equamente distribuito.
Questo governo un po’ di cose in questa direzione le ha fatte anche se poi, per qualche mela marcia, rischia di vedere offuscato il suo lavoro. Ma non c’è una strada alternativa. Lasciare fare chi vuole fare, intraprendere, semplificare le leggi, controllare di più.

Sperando che il delinquente e il cretino coincidano nel maggior numero dei casi.

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