Cronaca locale

Il Novecento in mostra Villa Necchi ospita una collezione di Pallini

Da Fontana a De Chirico, fino all'8 ottobre raccolta di opere mai esposte a cura del Fai

Il Novecento in mostra Villa Necchi ospita una collezione di Pallini

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Gioielli in uno scrigno. È così che appare la mostra Adriano Pallini. Una collezione di famiglia inaugurata ieri a Villa Necchi Campiglio. Un cammino nella bellezza che tutti noi potremo percorrere fino all'8 ottobre varcando l'ingresso della dimora di via Mozart gestita dal Fai. Lo scrigno, appunto. Si tratta della prima mostra a che segna la ripartenza dopo la pandemia. I preziosi che si incastonano come gemme negli arredi anni Trenta della Casa museo appartengono alle figlie di Adriano Pallini, Adriana e Nicoletta: sono opere di Guttuso, de Chirico, Raciti, Arturo Martini, Fontana, Funi, Depero e tanti altri che la famiglia ha collezionato negli anni e che ora allestiscono l'esposizione curata da Paolo Campiglio, Roberto Dulio e Nicoletta Pallini Clemente. Vale la pena ricordare chi fu il capostipite, Adriano Pallini, sarto raffinato approdato a Milano dall'Abruzzo.

Erano gli anni Venti. Pallini disegna, fra gli altri, gli abiti di svariati artisti, all'inizio vi è uno scambio tra vestiti e dipinti. Nell'atelier di via Dell'Orso nascono rapporti professionali e amicizie. Diventa naturale per Pallini appassionarsi all'arte. E lo sarà ancora di più per le figlie che frequentano fin da piccole le gallerie, incontrano de Chirico, Sironi o Antonio Corpora. «Da bambina giocavo in salotto a cavalcioni della Pisana nuda (famosa scultura di Arturo Martini)- ha raccontato la secondogenita Adriana - Non ho mai saputo tenere un ago in mano ma le opere d'arte fanno parte di me, sono diventata, infatti, critica d'arte».

Le sorelle Pallini hanno donato a Villa Necchi il bel ritratto del padre realizzato da Massimo Campigli. «Non è stato un dispiacere rinunciare al dipinto, lo abbiamo fatto con gioia - ha ammesso Adriana - Sappiamo che in questa Casa resterà esposto e non verrà custodito in qualche vano lontano dagli occhi dei visitatori: abbiamo trovato il posto adatto». Ma c'è un altro motivo. Adriana Pollini è amica di Claudia Gian Ferrari che ha donato i quadri di Sironi a Villa Necchi, dello stesso periodo storico delle opere in mostra.

Il percorso espositivo si apre varcando l'ingresso, il piano terra è dedicato alla storia della famiglia. Oltre ai ritratti spicca il busto del Poeta Cechov di Martini, «che è custodito al MART di Rovereto e che abbiamo richiesto per la mostra» ha ricordato la Pollini. Al primo piano ci sono gli oggetti del mestiere, dal tight prestato ora dalla sarta che rilevò la sartoria, ai portaspilli. Poi le forbici, il ferro da stiro, il ditale e la spazzola oltre al taccuino che riporta le misure dei clienti. Si nota una lettera firmata Martini: «Carissimo Pallini, sarò a Milano tra qualche giorno, ti prego di preparare i vestiti perchè sono nudo...».

Al secondo piano la galleria delle opere secondo una trama voluta dai curatori, non si trova qui l'intera collezione Pallini composta da Modigliani, Carrà, Sironi, de Pisis, Fontana, Morandi (e non sono tutti) al momento sparpagliati in vari musei come il MoMa di New York. Si ammirano tele che non sono mai state esposte come le composizioni astratte di Mauro Reggiani, Guido Somarè, Antonio Corpora. In tutto sono trenta opere, oltre al ritratto di Pallini donato dalle figlie a Villa Necchi, sempre di Campigli ci sono Ritratto di Marta (la moglie), Adriana e Nicoletta. Quindi Signora con pelliccia di Piero Marussing e O la borsa o la vita di Fortunato Depero.

Non mancano le rarità, la ceramica di Lucio Fontana Busto oro e nero; Cavallo di Giorgio de Chirico; una Natura morta di de Pisis con la dedica a Pallini sullo specchio o il famoso bozzetto in bronzo del Monumento al Duca d'Aosta di Martini.

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