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Odifreddi, la logica dell’odio: "Ministre come la D’Addario"

Il matematico interviene a gamba tesa parlando a Porta a porta. Ma dimentica il principio della verifica

Odifreddi, la logica dell’odio:  
"Ministre come la D’Addario"

La logica dell’insulto è che se X sta a Y come sigma a omega, fratto due, allora le ministre Pdl sono come la D’Addario. Il dottor Hate-cold, odio freddo, ha colpito ancora. La sua arma (oltre al maglioncino stile beautiful mind e la chioma matematicamente ondulata) è la stringente forza della deduzione formale, la dignità del prossimo chissenefrega, quella è roba da bacchettoni, e lui ha già spiegato che l’etica è indimostrabile (quindi opinabile).

La semplificazione pitagorica del professore, l’altra sera mente illuminata di Porta a Porta, è che «il caso Gelmini e il caso Carfagna sono stati un po’ l’inizio di queste discussioni sulla vita sessuale del premier». Di lì due ministre, di là una puttana: equazione perfetta, no? Sarebbe stato bello arrivare alla conclusione del sillogismo, se non fosse stato per La Russa che ne ha interrotto la prolusione, tappandosi le orecchie. Serviva il dottorato alla University of Illinois per dare credito a un argomento perfetto per il Bar dello Sport di Cuneo? Ma l’agnostico Odifreddi, garante dell’Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti), in materia di scandali sessuali non è agnostico per niente, crede a tutte le storie e storielle, senza verifica sperimentale, purché sufficientemente pruriginose e scandalose, prende il gossip da osteria per letteratura scientifica, ragiona per partito (ma nemmeno il Pd, troppo moderato) preso. Si profila per lui una carriera da dipietrista, o uno spazio fisso ad Annozero, in veste di Travaglio al quadrato o di girotondino razionalista.

Sarà che vive - come sostiene qualcuno - nel mito di Noam Chomsky, logico americano (con qualche merito scientifico in più del Nostro) famoso per le battaglie spesso al calor bianco contro Bush jr, l’imperialismo, l’asse Usa-Israele etc. Ecco, Odifreddi, il Chomsky in bagnacauda, ci prova a fare lo scienziato ribelle e civilmente impegnato. L’impegno ce lo mette, ma rischia di rimediare pessime figure. Ancora l’altra sera, sempre collegato da Vespa, il prof ha spiegato che è del tutto legittimo restituire un premio se lo danno anche ad un intellettuale che tu non sopporti, per giunta filo-israeliano, e per sopraggiunta consulente della Gelmini (vedi D’Addario). Dov’è l’intolleranza? Odifreddi si è sentito offeso perché a Giorgio Israel, matematico politicamente non a sinistra, l’Associazione Subalpina Mathesis ha conferito il premio Peano, che nel 2002 aveva più correttamente conferito a lui. Anche qui la logica è cristallina. Non potendo boicottare l’onorificenza, mi dissocio dal premio, perché la mia posizione è giusta, la sua sbagliata.

Deduzione valevole per la medaglia Kurt Gödel. O per il Tapiro d’oro. Al Corriere ha scritto indignato, il giorno dopo, persino il pronipote di Peano, anche lui da Cuneo: «Come pronipote di Giuseppe Peano, propagatore di ideali di tolleranza, sono in totale e assoluto dissenso dalle affermazioni del mio concittadino Odifreddi». Ma per Hate-cold lo scandalo non c’è, c’è solo il sexy-gate e le ministre a luci rosse.
Nell’idea di tolleranza laica per le opinioni altrui coltivata dal professore-autore di bestseller agnostici (e un po’ paragnostici) come Perché non possiamo dirci cristiani (e men che mai cattolici), rientra anche il lancio di uova marce e pomodori come volterriano segnale di dissenso. Il tiro a Giuliano Ferrara organizzato a Bologna nel 2008, contro la sua lista anti-abortista, fu salutato come un progresso culturale da Odifreddi: «Sono manifestazioni di dissenso vero, come quelle che si tenevano anni fa contro la guerra del Vietnam». Solo per una sfortunata coincidenza il professore non si trovava a Roma, alla Sapienza, quando un gruppo di professori firmò contro la visita del Papa all’Ateneo: «Non ero a Roma. Ma avrei firmato. Zittire il Papa? Perché, è vietata la protesta?».

Ha una parola buona per tutti, Hate-cold, soprattutto per i colleghi. Ha definito Vattimo «agnellista prezzolato», perché frequentava gli Agnelli (editori della Stampa, su cui scrive Odifreddi), Piero Angela è uno che «se ci sono tre Nobel in studio parla sempre lui», e Zichichi? «È come un bambino. Anzi no, i bambini sono svegli». Su Israele si intenderebbe a pieno con Ahmadinejad, o coi Fratelli Musulmani: «È come il Sud Africa di una volta, c’è l’apartheid. È uno Stato fascista, imperialista, che pretende di occupare territori non suoi». In effetti c’è questa curiosità nella crociata illuminista del professor Odifreddi: le religioni sono assurde, ma quella cristiana lo è un po’ di più, perché i musulmani in fondo sono «vittime delle Crociate» e della «conquista dei loro pozzi di petrolio». Ha iniziato la carriera sviluppando brillantemente il teorema di Turing.

Che pena, immaginiamo, dover corroborare ora il teorema D’Addario.

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