Cronaca locale

Pastori e «Madunine» Tutti i presepi di Milano

Quadri, affreschi, sculture, stampe, vetrate: così l’arte lombarda ha rappresentato nei secoli la Natività

«Quella notte si è stesa sul mondo come milioni di altre notti, eppure ha diviso per sempre il tempo in prima e dopo Cristo».
Così un racconto dello scrittore Piero Chiara, ricordando il Bambino in fasce nella mangiatoia di una stalla. A scaldarlo un bue e un asinello. Vicini a lui la Madonna e San Giuseppe, poi i Magi e i pastori venuti alla capanna per adorarlo. È questa la scena forse più nota della devozione cristiana come di tutta l'arte d'Occidente. È l'episodio della Natività, il Presepe, che tanta importanza ha avuto e ancora conserva per gli artisti italiani e in particolare lombardi e milanesi. A rievocare le parole del narratore è Monsignor Ravasi presentando Natività e presepi nell'arte e nella tradizione a Milano e in Lombardia, il bellissimo libro edito da Celip e curato da Roberta Cordani: un viaggio tra chiese e musei, tra collezioni private e pubbliche della nostra città, per conoscere i capolavori d'arte che celebrano la nascita di Cristo. E sono quadri e affreschi, sculture e graffiti, incisioni e stampe, vetrate e miniature, piccole statuine e grandi scenografie.
La più antica tra le Natività lombarde è nella Basilica milanese per eccellenza, quella di Sant'Ambrogio. È scolpita nel marmo bianco del Sarcofago detto «di Stilicone». L'autore dell'opera, uno scultore del IV secolo, realizzò Gesù Bambino tra il bue e l'asinello. Volle però immaginarlo adagiato non in una mangiatoia, ma fasciato in un letto sepolcrale, già presagio del drammatico tempo della Passione. Una simile concezione può essere letta, sempre in Sant'Ambrogio, anche nella formella sbalzata e cesellata della Natività nell'Altare d'oro realizzato nel IX secolo da Volvinio.
Il Duomo, dedicato alla Vergine Maria, è un'altra sede dove il momento della nascita di Gesù non può che avere una grande rilevanza. La troviamo infatti negli avori e negli arazzi del Tesoro, nei vasi liturgici e nei paramenti in sacrestia, nei monumenti ai lati delle navate e nel tabernacolo. Ricordiamo in particolare la scena del presepe realizzata in bronzo da Ludovico Pogliaghi, alla fine dell’800, sul portale d'ingresso, e le vetrate istoriate con la nascita di Gesù di Antonio da Pandino e Corrado Mochis del XV e del XVI secolo. Un altro luogo dove sono custodite opere importanti è il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Appaiono l’Adorazione dei pastori e l'Adorazione dei Magi, scolpite nel XV secolo da Francesco e Tommaso Cazzaniga su un sarcofago di marmo. E, tra le vetrate dipinte di Amalia Panigati, spicca proprio quella della Natività, del 1963, in cui la scena del Natale si ripropone in un bagliore di preziosa luce colorata, rinnovando ancora, nel nostro tempo e nella nostra città, tra i grattacieli della metropoli contemporanea, il proprio miracolo di salvezza.
La Basilica di Sant'Eustorgio offre al visitatore l'ancona marmorea a tre cuspidi dedicata ai Magi. Databile al 1347 presenta al centro la tradizionale scena dell’Adorazione al Bambino. Nella Chiesa di San Vittore troviamo invece una Adorazione dei pastori dipinta nel 1616 dal Procaccini. Nella Basilica dei Santi Apostoli e Nazaro si può ammirare l'ancona in legno di Adam Kraft, del XVI secolo. Scolpiti nell'ebano e rivestiti d'oro, i personaggi del suo presepe affollano festosamente ogni spazio. Uno scenografico presepe del Settecento, del Londonio, è esposto nella Chiesa di San Marco. Le figure, a grandezza naturale, sono dipinte ad olio su un cartone poi incollato su sagome di legno. Un realistico presepe in terracotta smaltata del ’700 è invece nella Chiesa di San Giuseppe. Non si possono dimenticare poi i tanti capolavori custoditi nei musei milanesi. Come l'Adorazione dei Magi di Tiziano alla Pinacoteca Ambrosiana oppure quella di Correggio alla Pinacoteca di Brera; come le miniature dei codici della Biblioteca Trivulziana o le incisioni della Raccolta Bertarelli. Finiamo questo viaggio tra le Natività milanesi nella stessa chiesa da cui siamo partiti: Sant'Ambrogio. Nel Tesoro della Basilica è conservato infatti un presepe realizzato, con i materiali più vari, dai prigionieri rinchiusi nel 1944 nel lager di Wietzendorf. È forse proprio questo l'inno più bello alla vita e alla speranza che l'uomo, di fronte alla più terribile delle esperienze, ha saputo raggiungere.

Il volume Natività e presepi nell’arte e nella tradizione a Milano e in Lombardia (Celip) sarà presentato oggi alla Società del Giardino (via San Paolo, 10) alle ore 18.45. Saranno presenti: Carlo Bertelli, Ferruccio De Bortoli, mons.

Erminio De Scalzi, Carla Di Francesco e la curatrice del libro Roberta Cordani.

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